sabato 15 agosto 2009

Carceri. Discriminazione istituzionalizzata o 'racial profiling', a settembre se ne occupera' il Parlamento

La recente introduzione del reato di clandestinita', oltre a sanzionare penalmente uno status piuttosto che un comportamento (la fattispecie di reato e' 'essere', non 'fare'), provochera' un ulteriore incremento dell'odiosa pratica che va sotto il nome di 'racial profiling'. Il 'racial profiling' e' la modalita' con cui le istituzioni (in particolare le forze dell'ordine) individuano le persone da fermare, ispezionare, controllare. Brutalmente, per un nero sono molto piu' alte le probabilita' di essere fermato per un controllo dei documenti, rispetto a un bianco. Risultato: a parita' di infrazioni o reati commessi, il nero avra' maggiori possibilita' di essere multato o di finire in carcere. Le carceri, dunque, si riempiono di immigrati, condannati non solo alle pene detentive, ma anche all'immobilita' sociale una volta usciti. Si va cosi' ad alimentare una situazione che in molti Paesi e' divenuta insostenibile, ossia la creazione di veri e propri ghetti sociali (gli afro-americani nei centri urbani degli Stati Uniti, i francesi di discendenza araba nelle periferie francesi, etc.).
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http://www.aduc.it/dyn/immigrazione/arti.php?id=269200

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