sabato 15 agosto 2009

La salute dell'ambiente - I CONFRONTI SBAGLIATI CON IL PASSATO - di Giovanni Sartori

Passa un Ferragosto, passa l’altro, torno sempre al tema dell’ambiente e del clima. Chi la dura la vince, dice il proverbio. Speriamo che sia vero. Che tempo fa? Che tempo farà? E’ quel che ogni giorno vien spiegato e previsto dai meteorologi. Qual è il clima, e cosa succede del clima, è invece una domanda del tutto diversa che verte, nel lungo periodo, sulle condizioni di siccità, calore, inquinamento e vivibilità del nostro pianeta. Eppure moltissime persone confondono le due cose. L’anno scorso — dicono — ha piovuto poco e ha fatto molto caldo; ma quest’anno ha piovuto molto e siamo stati bene. Dunque — concludono — quelle dei climatologi sono balle. E se la pensa così anche un bravo giornalista come Pietro Calabrese, mi tocca di rispiegare tutto daccapo. L’indicatore più ovvio del riscaldamento climatico è che i ghiacciai si stanno sciogliendo, con una velocità imprevista, dappertutto: in Asia, Africa, Europa, sulle Ande, ai Poli. Abbiamo poi misure precise della quantità crescente di anidride carbonica e di altri gas serra nell’atmosfera. Pertanto la disputa non è più sul riscaldamento del clima terrestre — il fatto è indubbio —ma sulle sue cause. Chi dubita che la causa prima, primaria, «siamo noi», ricorda che i cicli di riscaldamento e di raffreddamento della Terra sono sempre avvenuti, e quindi che possono soltanto dipendere da cause astronomiche. Sì, ma nel ciclo che stiamo vivendo sono entrate due nuove variabili: la società industriale, che è fortemente inquinante, e un gigantesco «salto» in popolazione. E l’entrata in gioco di questi due nuovi fattori inficia le analogie con il passato. Tantovero che la stragrande maggioranza degli studiosi ritiene che il riscaldamento in corso non appartiene alla naturale variabilità del clima.
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http://www.corriere.it/editoriali/09_agosto_15/sartori_salute_ambiente_e43703fe-8969-11de-a4ad-00144f02aabc.shtml

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