Vi ricordate lo slogan: lasciateci lavorare? Berlusconi non è nuovo al concetto di impedimento. La sua politica si declina tra gli estremi libertà- impedimento. Un uomo del fare del resto ha più probabilità di misurarsi con gli impedimenti, è successo anche all'uomo delle emergenze disorientato in un centro estetico dove era in visita notturna e clandestina, forse impedito, o limitato nei movimenti da una feroce infiammazione cervicale. Berlusconi è stanco di essere impedito nel suo lavoro di governo. Procede con determinazione allo spianamento degli ostacoli, come una ruspa all'opera in un cantiere di un Grande evento. Anche Berlusconi, che odia l'impedimento, ha però il diritto di essere impedito. E si appella dunque al principio del legittimo impedimento che gli permetterà di sottrarsi ai processi che lo vedono coinvolto con l'effetto conseguente di una promessa di prescrizione. Il 27 febbraio al Senato va al voto la legge sul legittimo impedimento, una specie di lodo Alfano bis, dopo che il lodo Alfano è stato bocciato dalla Cassazione come incostituzionale. Il provvedimento stabilisce che il premier possa ottenere il rinvio dell' udienza nei processi in cui è imputato, perché legittimamente impedito dalle sue attività di governo a comparire in aula in Tribunale. Ogni rinvio può estendersi fino a sei mesi, per un totale di 18 mesi.
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