giovedì 8 luglio 2010

Incesto. Abrogare reato contro la morale. Il caso di Chiavari che crea carnefici senza vittime

A Chiavari e' esploso un caso di cronaca giudiziaria perfetto per le chiacchiere da spiaggia, pruriginoso e scandaloso: incesto tra padre e figlia. Una ragazza maggiorenne confessa all'amica di scuola di aver fatto sesso con il padre in maniera consenziente. L'amica sconvolta dopo giorni racconta il fatto e la notizia arriva ai carabinieri, che non riescono a trovare altro capo d'imputazione (se il rapporto e' consenziente, non si puo' imputare la violenza sessuale) se non il reato d'incesto. Il codice penale stabilisce -ex art 564- la pena della reclusione da uno a cinque anni per chiunque commetta incesto con un discendente o un ascendente, o con un affine in linea retta, ovvero con un fratello o con una sorella, in modo che ne derivi scandalo pubblico. E’ per l'appunto la sola nozione di “pubblico scandalo” la condizione di punibilita’, mentre l’incesto come forma di abuso sessuale, costrizione fisica e psicologica a compiere o subire atti contro la propria volonta’, si configura come reato penale solo grazie alla legge 66/1996 (Norme contro la violenza sessuale).
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http://www.aduc.it/articolo/incesto+abrogare+reato+contro+morale+caso+chiavari_17822.php

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