Intervista ad Enzo Ghionni, presidente della Federazione Italiana Liberi Editori: “Il principio della legge è giusto, ma la sua applicazione colpisce indiscriminatamente tutti e mette in maggiore difficoltà le piccole case editrici”.
“Il nostro è un giudizio estremamente negativo, sia per i contenuti del provvedimento che per le modalità con cui viene preso: imponendo i tempi strettissimi, il governo dimostra di non aver alcuna voglia di discutere di quello che sta facendo, ma soltanto di essere animato da una volontà punitiva. Il brutto è che ci rendiamo perfettamente conto che è giusto tutelare taluni interessi come il diritto alla privacy: non è possibile che ci siano magistrati che intercettano per trovare i reati, invece che per cercare le prove dei reati, così come è sbagliato che le procure consegnino ai giornalisti materiale irrilevante ai fini dell’indagine, che dovrebbe essere distrutto. Ma quello che sta facendo oggi il governo è comunque sbagliato, anzi: suggerisce persino l’idea che si stia lavorando in tutta fretta perché c’è qualche intercettazione scottante che non deve uscire. Invece è giusto dire che Berlusconi ha ragione: siamo tutti intercettati e questo abuso deve finire”. Enzo Ghionni, presidente della Federazione Italiana dei Liberi Editori, che riunisce 85 piccole e medie imprese dell’editoria e del giornalismo, in Italia e all’estero, in gran parte quotidiani e periodici locali, è molto critico nei confronti della legge sulle intercettazioni in discussione alla Camera, sulla quale si è scatenata una battaglia politica senza precedenti.
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