Il sistema sanitario tedesco gode di ottima fama, quanto meno fuori confine. Nell'attuale European-Canadian Health Consumer Index è al secondo posto, dietro all'Olanda e davanti ad Austria e Svizzera. L'apprezzamento deriva dai buoni risultati, da tempi d'attesa brevi e costi relativamente bassi. L'ultimo dato, del 2008, segnala 68.000 pazienti stranieri (+7% di tre anni prima); è una cifra per difetto poiché include solo chi è ricoverato per qualche tempo in ospedale e fornisce un indirizzo straniero, ma non chi viene curato in ambulatorio o il cui recapito è un'ambasciata o un albergo.Malgrado questa crescita, si deve parlare di un fenomeno ristretto, con lo 0,4 dei ricoveri. E sono pochi gli istituti di cura attrezzati ad hoc -non più del 10% dei 2.100 ospedali totali, di cui solo un terzo con una gestione veramente professionale- dice l'economista Jens Juszczak: cliniche universitarie oppure specializzate in oncologia e cardiopatie, ospedali delle grandi città servite da un aeroporto. Per attrarre pazienti stranieri occorrono alcuni requisiti, poiché chi stacca un assegno da 50.000 euro esige qualcosa in più dello stretto trattamento medico. Cos'è il di più? La possibilità di mangiare e pregare come a casa propria o parlare con un infermiere che conosca la sua lingua; a monte, qualcuno che si occupi del visto e degli spostamenti, e organizzi per i famigliari al seguito una puntatina al casinò o un giro nei negozi.
Continua ...
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