venerdì 22 aprile 2011

SIRIA: OPPOSIZIONE IN PIAZZA, POLIZIA SPARA. ALMENO 40 MORTI

(AGI) - Roma, 21 apr. - E' salito ad almeno 40 morti il bilancio dei dimostranti uccisi in Siria nelle massicce manifestazioni anti-regime scoppiate oggi nel giorno ribattezzato dall'opposizione 'venerdi' santo'. Lo rende noto la Bbc, che cita testimoni oculari e attivisti, spiegando che il maggior numero di morti sarebbero stati riportati nella citta' di Azraa, vicino a Deraa, e a Douma, un sobborgo di Damasco. Dall'inizio della rivolta iniziata poco piu' di un mese fa le vitime sarebbero 230.

in tutta la Siria, decine di migliaia di manifestanti sono tornate in piazza dopo la preghiera, nella giornata ribattezzata in rete dall'opposizione il 'Venerdi' santo' per unire musulmani, cristiani e curdi nella protesta.

Cortei contro il regime di Assad sono stati segnalati a Damasco,Aleppo, Deraa, Homs, Banias, Qamishli, e in alcune province remote del Paese. A Damasco, la polizia siriana ha sparato gas lacrimogeni per disperdere centinaia di manifestanti scesi per strada dopo la consueta preghiera del venerdi'. A Duma, sobborgo della capitale, hanno raccontato alcuni testimoni, almeno tre dimostranti sono stati feriti mentre la polizia tentava di disperdere un corteo di decine di migliaia di persone. Anche a Deraa, citta' epicentro della rivolta, 240 chilometri a sud di Damasco, oltre diecimila dimostranti sono scesi per strada, scandendo slogan contro il regime e in favore di maggiore liberta' e democrazia.

Cortei anche a Qamshili, nord est della Siria, dove oltre 5mila persone, partite dal piazzale della spianata della moschea, hanno invaso le strade della citta', con le bandiere siriane e alcuni striscioni in cui chiedono misure contro la corruzione.
A Homs, oltre 10mila persone hanno manifestato dopo la preghiera urlando slogan in favore della liberta', e dove alcuni cecchini appostati sui tetti hanno sparato uccidendo almeno due manifestanti, ha raccontato alla stampa un attivista.

Le proteste dimostrano che non sono bastate a placare la piazza le promesse di riforme e la revoca dello stato di emergenza introdotta 48 anni fa con l'avvento del partito baathista degli Assad nel 1963, l'abolizione dei tribunali speciali e l'approvazione di un terzo decreto che prevede anche la possibilita' di "manifestare pacificamente".
Misure subito giudicate "insufficienti" dall'opposizione, che ha chiesto "piu' liberta'".

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