lunedì 7 gennaio 2008

Arrestato in Cina un difensore dei dirittti umani. Appello di Amnesty per la sua liberazione

Il 27 dicembre, una trentina di agenti in borghese del Dipartimento per la sicurezza interna dell’Ufficio per la pubblica sicurezza di Pechino ha fatto irruzione nell’abitazione di Hu Jia e di sua moglie, Zeng Jinyan. I poliziotti hanno circondato la coppia e la madre della donna, che era venuta in visita per vedere suo nipote. Hu Jia, accusato di di ‘incitamento alla sovversione dei poteri dello Stato’ e’ stato portato via da un gruppo di agenti, mentre un’altra decina e’ rimasta a controllare la moglie Zeng Jinyan, stazionando fuori dall’abitazione fino al 31 dicembre. La polizia le ha proibito di avere contatti con chiunque e le ha intimato di ‘cooperare’, se voleva evitare l’arresto e ‘brutte conseguenze’ per il bambino. Alla coppia sono state bloccate le linee telefoniche e quelle per il collegamento a Internet e confiscati il computer, i telefoni cellulari, una videocamera, il fax e le carte di credito. Gli agenti, inoltre, hanno portato via una rubrica telefonica e documenti cartacei, tra cui vari manuali internazionali sui diritti umani. I conti bancari di entrambi sono stati congelati. Hu Jia e’ tuttora detenuto in totale isolamento senza la possibilita’ di incontrare il suo avvocato e necessita di cure mediche quotidiane a causa dell’epatite B e di problemi al fegato di cui soffre. Il suo arresto si inserisce nel contesto di repressione delle autorita’ cinesi sugli attivisti per i diritti umani in vista delle Olimpiadi di Pechino dell’agosto 2008. Obiettivi prescelti sono, secondo Amnesty International, coloro che tentano di denunciare le violazioni dei diritti umani e di informare i mezzi di comunicazione e le Organizzazioni non governative all’estero. Hu Jia aveva gia’ trascorso un periodo di 41 giorni di carcere, in totale isolamento, tra febbraio e marzo del 2006, per aver organizzato uno sciopero della fame in favore di Gao Zhisheng, avvocato per i diritti umani di Pechino. Dopo il rilascio, ha passato buona parte del tempo agli arresti domiciliari, senza alcuna spiegazione da parte delle autorita’. Nonostante la stretta sorveglianza, Hu Jia e sua moglie hanno continuato a denunciare le violazioni dei diritti umani in Cina. Il 18 maggio 2007 e’ stato impedito loro di partire per l’Europa, dove avrebbero preso parte a un ciclo di conferenze sui diritti umani. Il 10 novembre, Hu Jia e’ stato picchiato da alcuni agenti di polizia che cercavano di impedirgli di incontrare la moglie, ricoverata in ospedale e in procinto di partorire.Amnesty International ha lanciato un appello on line in suo favore. Garantire piena liberta’ d’azione ai difensori dei diritti umani, ponendofine a minacce, intimidazioni, arresti e condanne nei loro confronti e’ una delle richieste che Amnesty International sottopone al governo cinese in vista delle Olimpiadi di Pechino 2008. Le altre richieste sono: ridurre significativamente l’applicazione della pena di morte, come primo passo verso la sua completa abolizione; applicare tutte le forme di detenzione in accordo con le norme e gli standard internazionali sui diritti umani e introdurre misure che tutelino il diritto a un processo equo e prevengano la tortura; porre fine alla censura, soprattutto nei confronti degli utenti di Internet. http://www.rainews24.rai.it/notizia.asp?newsID=77379

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