venerdì 15 febbraio 2008

RUSSIA-NATO, VISTA DA MOSCA 15/2/08

Venerdi' 15 Febbraio 2008 Ucraina, Kosovo, scudo Abm, Cfe, allargamento verso Est: è lunga, la lista dei punti che hanno opposto Mosca e l’Alleanza soltanto nell’ultimo anno. Ma non ci sono dubbi, da queste parti, che non sia stata la Russia a iniziare il duro confronto oggi in corso con gli Usa, che in parte (sempre più) coinvolge l’Europa, sulle maggiori questioni attuali di politica internazionale.Ad esempio, sulla non proliferazione. “Se la Russia avesse voluto abolire il Cfe, se ne sarebbe semplicemente ritirata. Ma decidendo per la sospensione, mostra di volerlo salvare incoraggiando la Nato a ratificarne la versione emendata al più presto”. È l’opinione espressa in un commento per l’agenzia Novosti da Alexei Arbatov, esperto di Sicurezza e non proliferazione del Carnegie Center di Mosca e membro dell’Accademia delle Scienze. “Mosca non è soddisfatta dalla risposta dei suoi partner sul trattato”. Se l’Occidente continua a rimproverarle il mancato ritiro (previsto dagli accordi di Istanbul del 1999) delle sue truppe dalle zone ex sovietiche (Georgia, Ucraina, Transnistria), alla Russia va almeno riconosciuta un po’ di buona volontà nell’aver iniziato il ritiro dalle basi georgiane. Ma resta, come si è emerso l’altro ieri nel meeting Putin-Yushenko a Mosca per scongiurare l’ennesima guerra del gas, il nodo della flotta russa (ex sovietica) ancora ormeggiata in Crimea. Intanto Putin, in cambio dell’accordo sull’energia, è riuscito a strappare al suo omologo la promessa di non accogliere basi dell’Alleanza sul territorio ucraino. Ottimo baratto.Per Mosca, l’Alleanza per ora non ha mostrato pari buona volontà. Cercando anzi lo scontro: ancora per Arbatov, “La Russia non crede che la Nato abbia motivi seri per non ratificare il CFE, e che usi il suo rifiuto solo come tentativo per condurre una politica da una posizione di forza, tantopiù che ora si sta espandendo verso Est, sempre più vicino ai confini russi, e incrementando la superiorità delle proprie forze convenzionali - senza alcun riguardo per le preoccupazioni di Mosca”. Per l’esperto di questioni militari, se l’Occidente continuerà a ignorarle il futuro sarà nero: la Russia smetterà di fornire informazioni sul dispiegamento delle proprie forze convenzionali, e di ricevere ispezioni Nato; potrebbe inviare truppe addizionali in Caucaso, ad esempio nella fedele Armenia. Ma non violerà i limiti fissati dal Cfe: “Non è nei nostri piani e non siamo nella posizione di sorpassarli”. Già, l’esercito federale non versa in buone acque, ed è in via di riforma.
Continua ...

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