venerdì 22 agosto 2008

Giallo di Vertova, catena di morte partita 7 anni fa

Vertova (Bergamo) - Certo Dame Niang, senegalese di 37 anni, non è propriamente simile al playboy scapestrato Anthony Marson. E nemmeno, conveniamo, Gianluca Rossi, 33 anni, operaio di Pradalunga ha qualcosa in comune con il generale Gordon Machartur. Ma, come dire, questa storia che parte da una donna massacrata con trenta coltellate e si lascia dietro una scia di mistero e di morti sospette, ricorda tremendamente «Dieci piccoli indiani», capolavoro di Agata Christie. Chi sa o crede di sapere muore all'improvviso. E chi non sa nulla, muore comunque misteriosamente. Suicidi che sembrano delitti. O delitti che sembrano suicidi. Persone informate dei fatti e testimoni più o meno chiave, che si presentano dai carabinieri sereni e ben disposti a collaborare. E poi, dopo ore di interrogatori, tornano a casa come zombie, terrorizzati. Per qualcosa che hanno detto o che hanno saputo. Così persino Vertova, località sopra Bergamo che, in spregio alle guide turistiche, diventa di colpo «silente» (vista la ritrosia, quasi ostile, dei suoi abitanti a parlare di questa brutta vicenda) e non «ridente», rischia di somigliare a Nigger Island, l'angosciante location partorita dalla fervida mente della maestra del giallo. Perché è qui a Vertova, un pugno di case raccolte sotto la Chiesa prepositurale che spazia, come un enorme terrazzo, sulla Val Seriana, che è cominciato tutto.
Continua ...
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