sabato 27 settembre 2008

Il Cavaliere e il suo ministro all'attacco - "Questi giudici non ci fermeranno"

PARMA - Parzialmente persa. Diciamo persa al 60 per cento. Ma vinta, sul piano della tattica processuale e in prospettiva, per il 40 per cento. Se lo dicevano ieri sera, finalmente seduti a cena dopo un estenuante pomeriggio, i legali del Cavaliere, Ghedini e Longo. Il gioco delle probabilità, facevano i due di conto, si chiuderà oggi, quando andrà in scena il processo Mills, quello in cui Berlusconi rischia di più, e dove è coimputato l'avvocato londinese David Mills, accusato di falsa testimonianza e corruzione. Gioco complesso, che intreccia in un'unica partita, le sorti giudiziarie del premier e quelle della riforma della giustizia. Su cui il Quirinale non nasconde le sue preoccupazioni tanto da raccomandare, per l'ennesima volta, la necessità di "riforme condivise". Studiata a tavolino, mossa su mossa, la strategia dei rinvii incrociati di Niccolò Ghedini per salvare il suo prestigioso cliente fino a ieri sera sembrava sconfitta solo in parte. Certo, e lui è il primo ad ammetterlo, i pm hanno superato la barriera dei giudici e il lodo cammina diritto verso la Consulta. Ma tutto il processo Mediaset si ferma, sia per Berlusconi che per gli altri imputati. E lo stesso potrebbe avvenire stamane per Mills dove a decidere è il giudice "cattivo", la famigerata e ricusata Gandus. Che il conflitto alla Corte venga sollevato di nuovo è scontato, ma la prima decisione presa, quella del giudice D'Avossa, pesa inevitabilmente sulla seconda.
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http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/politica/giustizia-11/retroscena-alfano/retroscena-alfano.html

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