sabato 20 dicembre 2008

Il ruolo di Messina Denaro nella "cupola" palermitana - di Rino Giacalone

C’era lo «zio Franco», al secolo Franco Luppino di Campobello di Mazara, a tenere i rapporti tra i mafiosi che volevano riorganizzare la «cupola» della provincia di Palermo (arrestati dai Carabinieri nel maxi blitz «Perseo») e il capo mafia belicino, il super latitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. Era questo «zio», forse lo stesso che frequentava il covo di Giardinello dove sono stati trovati i boss Lo Piccolo, ad avere tra le mani un filo di collegamento tra i palermitani e il boss di Castelvetrano. «Matteo vi manda a salutare» è stato sentito dire il bagherese Pino Scaduto (tra gli arrestati), che con Messina Denaro si sarebbe raccordato «per corrispondenza» (con i pizzini) e che invece con l’«intermediario», lo «zio Franco» si incontrava, così come facevano altri due palermitani, Sandro Capizzi e Giovanni Adelfio (anche loro in manette).
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