domenica 4 gennaio 2009

Cancellare i gruppi che inneggiano ai boss

La notizia dei fan dei boss mafiosi su Facebook, diffusa per la prima volta da Walter Giannò, il “sindaco” di Palermo.Blogolandia.It, il 26 dicembre sul suo blog personale e l’indomani in questo post, continua a fare scalpore sul web, dopo aver fatto il giro del mondo (ne ha parlato persino il New York Times). Ed ora c’è anche una petizione online con la quale si chiede al Ministero delle Comunicazioni di esortare pubblicamente i gestori del social network alla cancellazione di tutti i gruppi che inneggiano ai boss di cosa nostra.
Il testo integrale della petizione:
“E’ inammissibile che in Italia accadano certe cose e che i social network non abbiamo un minimo di controllo da parte degli amministratori! Chi gestisce i social network deve imporre la propria autorità e decidere se dare o meno l’autorizzazione alla creazione di gruppi inneggianti a movimenti punibili penalmente: mafia, violenza sui minori, violenza sulle donne. Non si può lasciare i social network senza una corretta gestione, altrimenti chiediamo anche la loro chiusura per complicità in apologia direato, punibile secondo il nostro Codice Penale (“apologia” è il discorso o l’esaltazione che taluno fa di una dottrina rifiutata dalla maggioranza. Essa deve distinguersi, però, sia dalla istigazione, sia dalla propaganda. Infatti, mentre quest’ultima è l’azione volta a conquistare l’adesione di un pubblico sempre maggiore verso la tutela di un interesse che (almeno tendenzialmente) è lecito, l’istigazione è la condotta di colui il quale induce o persuade taluno (per di più con modalità subdole) ad azioni riprovevoli o punite dalla legge. ) Diciamo basta a quanto accade su internet, si crei una task force che controlli veramente i social network! Non si può sputare addosso a chi la mafia l’ha affrontata a costo della propria vita!“.
Per aderire alla petizione, clicca qui
Tratto da: http://palermo.blogolandia.it - Articolo correlato Pluriassassini hanno centinaia di fans su Facebook http://www.antimafiaduemila.com/content/view/11940/48/

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