domenica 25 gennaio 2009

Ci opporremo in ogni modo alla via disciplinare al giornalismo - di Giuseppe Giulietti

No, non ci stiamo e ci faremo ascoltare in tutte le forme possibili!Gli inviti alla prudenza che pure ci sono arrivati da qualche vecchio amico non ci hanno affatto convinto.La via disciplinare al giornalismo non ci è mai piaciuta, di questi tempi ci piace ancora meno.Non vi è nulla di casuale nei prvvedimenti decisi dall’ autorità nei confronti di Michele Santoro e di Fabio Fazio. Quei provvedimenti erano in programma da mesi. Perchè sono stati tirati fuori ora? Perchè si è deciso a maggioranza? Perchè l'autorità che pure non era riuscita ad affrontare la questione morale che si era manifestata al suo interno ha ritrovato la grinta solo in questo caso?Sul merito della vicenda non vi è nulla da aggiungere alle parole limpide, pacate,argomentate, pronunciate dal commissario D’Angelo che, insieme ai consiglieri Lauria e Sortino, ha decsio di votare contro la delibera.Il commissario Lauria, uomo moderatissimo, è arrivato sino al punto di dimettersi da relatore.Non ci vuole grande immaginazione per comprendere quanto questa decisione sia un omaggio allo spirito dei tempi. Per l'ennesima volta la scure si abbatte sul giornalismo d’inchiesta, su chi tenta di sottrarsi, magari commettendo errori, ai riti dell’ossequio, della genuflessione, dell'omissione cortigiana.Questo non significa solidarizzare in modo acritico con chiunque e con qualsiasi trasmissione, ma non si può esssere così ipocriti e opportunisti da non vedere che in questo paese si tollerano i conflitti interesse, gli accordi di cartello, la sistematica alterazione del principio di pari opportunità, addirittura si consente a condannati e inquisiti di insultare i propri magistrati e poi si finge sdegno contro Santoro, contro Travaglio che critica Schifani, contro Fabio Fazio che osa intervistare Beppino Englaro.
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