Sono rimasto folgorato a leggere i giornali on line di oggi e le agenzie.
E’ successo il miracolo, mi sono detto.
Mi si ripeteva in continuazione, infatti, che il premier, cioè Berlusconi, cioè il Cavaliere di Arcore, si è detto preoccupato per la crisi che comincia (ma non da oggi) a mostrare il suo vero volto.
Il Pil va a picco, le auto, quel prodotto che sottolinea, in apparenza, il benessere di un popolo e dà lavoro a migliaia e migliaia di lavoratori, non si vendono. E banche non prestano soldi, la gente non produce, non compra, non spende, non ce la fa ad arrivare alla fine del mese (ma non da ieri ma da parecchio tempo). E il premier cosa diceva? Smettetela di fare i piagnoni, continuate a mantenere le vostre abitudini, il vostro tenore di vita, spendete, non vi fate influenzare da quei comunisti che dicono che le cose vanno male, affrontate la vita con serenità e ottimismo. Ecco, diceva, ci vuole ottimismo per riuscire a superare questo momento. L’ottimismo è il toccasana per tutto.
Oggi il premier, che forse in queste settimane ha peggiorato la vita di tanti ottimisti, di tanti che hanno seguito il suo consiglio di spendere e non preoccuparsi, si è accorto che forse è meglio preoccuparsi perché le cose stanno andando veramente male, e nessuno sa come andranno domani. E chi glielo dice tutto questo a quegli ottimisti che si sono ulteriormente indebitati per dar retta al Cavaliere di Arcore?
Però finalmente il miracolo è avvenuto. Il premier che più premier non si può, si è accorto di ciò che, altri premier europei e mondiali, si sono accorti da un po’ di tempo. Macché ottimismo, bisogna fronteggiare questa crisi eccezionale con mezzi eccezionali.
Chi glielo dice al premier che occore procedere così? Glielo dice Gianni Letta, glielo dice Tremonti, glielo dice Fini, glielo dice Bossi, glielo dice il suo ammiratore Gasparri? Insomma, chi gli dà una svegliata, chi lo scuote dal torpore in cui lo ha fatto cadere il suo sconsiderato ottimismo? Qualcuno glielo può dire, per favore?
Siamo in crisi nera. E’ l’ora di smetterla di pensare al presidente della Repubblica prossimo venturo, è l’ora di smetterla di pensare alla nuova costituzione perché questa (riassumiamo il pensiero del Cavaliere di Arcore) è stata fatta dai comunisti, è l’ora di smetterla di pensare al presidenzialismo, è l’ora di smetterla di sognare il partito unico, una volta annessa la liquefatta An, è l’ora di smetterla di dire che tutti i mali sono determinati da Veltroni e da Di Pietro, è l’ora di smetterla di essere ottimisti.
Qualcuno, per favore, dica al Cavaliere che siamo in crisi, crisi nera. E che forse bisogna mettere da parte per un momento la riforma della giustizia (che al premier sta tanto a cuore) e la legge sul testamento biologico. E’ l’ora di cominciare a pensare ai problemi di oggi, a come fare a uscire da questo tunnel che rischia di diventare sempre più nero. Chi glielo dice al Cavaliere, chi lo distrae dalle due idee fisse e dal suo dal suo insensato ottimismo?
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