lunedì 23 febbraio 2009

Rapporto su vittime civili, l'anno peggiore da inizio offensiva

KABUL, 23 FEB. - Nel 2008 il numero dei civili uccisi in Afghanistan è salito del 40% arrivando a 2118 vittime: i dati, che confermano un peggioramento della situazione di sicurezza in Afghanistan specie in alcune province, sono state diffuse dall'Onu nel suo rapporto sulla protezione dei civili. Delle vittime, il 55%, ovvero 1160, sono morte in attacchi e attentati dei talebani e dei loro alleati, ma le forze militari americane, quelle sotto l'egida della Nato e le forze di sicurezza afgane sono responsabili della morte di 829 civili, di cui 552 uccisi sotto i bombardamenti aerei; per 129 civili uccisi nel fuoco incrociato non è stato possibile attribuire la responsabilità. Secondo l'agenzia misna, da parte delle forze internazionali e afgane si tratta di un incremento delle vittime civili del 31% rispetto al 2007 in cui, secondo un uguale rapporto dell'Onu, furono uccisi nel corso delle operazioni 629 civili. L'episodio più grave dello scorso anno è stato l'attacco aereo al villaggio di Azizabad, nelle provincia di Herat, avvenuto il 22 Agosto, in cui, secondo un'inchiesta delle autorità afgane e dell'Onu, morirono 92 persone, di cui 62 bambini e ragazzi, riuniti per la commemorazione funebre di un capo locale recentemente morto; un'indagine dell'esercito degli Stati Uniti sostiene invece che le vittime civili furono 37. Il crescente numero delle vittime civili nelle azioni militari sta alienando l'appoggio della popolazione alla presenza militare straniera e al governo Sempre secondo il rapporto Onu, lo scorso anno sono stati uccisi 38 operatori umanitari, il doppio del 2007, e 147 sono stati sequestrati. Il 2008 è stato l'anno con il maggior numero di vittime anche tra i combattenti in Afganistan sin dall'operazione militare internazionale del 2001 contro il regime dei talebani.
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