La pubblicazione di resoconti e documentazioni sullo sforzo di Israele per infiltrarsi nei diversi livelli della società iraqena lasciano molto perplessi e soprattutto portano alla formulazione di una domanda di non poca importanza: "Israele a cosa mira in Iraq?"L'ultimo resoconto sulla segreta ma estesa campagna di infiltrazione degli israeliani in Iraq è stato realizzato dal giornalista americano Wayne Madsen e pubblicato da tante reti statunitensi. Secondo il resoconto, TelAviv aspira alla realizzazione del piano del "Grande Israele" tramite la conquista della regione iraqena del Kurdistan. Da tempo, ebrei fanatici di origini curde vengono inviati da Israele nella regione e sotto la copertura di attività religiose, le delegazioni si occupano di acquisti di terre, in pratica, si sta ripetendo lo scenario degli inizi del secolo scorso in Palestina. La regione più a rischio, dopo quella del Kurdistan, sarebbe Ninive, considerata addirittura da Israele parte del proprio territorio. Il resoconto di Madsen, è l'ultimo di una lunga serie. Negli anni precedenti, il famoso Seymour Hersh, rivelò parte delle attività delle compagnie israeliane in Iraq e ancor più sorprendente, informò che i peshmarga curdi venivano addestrati dagli agenti del Mossad. Persino la stampa israeliana recentemente ha ammesso che le attività sioniste in Iraq sono molto intense e che soprattutto nel settore dell'economia, i capitalisti e gli uomini di affari sionisti sono riusciti a prendere in mano parte dell'economia del paese sotto la copertura della cittadinanza americana. In più, Israele, avrebbe piazzato agenti d'intelligence e uomini armati, nelle zone nevralgiche del territorio iraqeno con l'aiuto degli americani e all'insaputa del governo di Baghdad; uno di questi punti, ha scritto la stampa israeliana, sarebbe ad esempio il grand Hotel, Al-Rashid di Baghdad.
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