venerdì 14 agosto 2009

Caro elettore di Berlusconi

Quando Berlusconi è sceso in campo si sapeva che le sue imprese non andavano benissimo; lo ha detto sia a Montanelli che a Biagi: "se non mi metto in politica sono finito". Lo Stato italiano, tramite il Fisco, rivendicava soldi per tasse non pagate e la Giustizia era interessata a qualche peccatuccio sempre di natura fiscale e con la scomparsa del PSI nessuna forza politica era in grado di garantirgli le coperture legislative e giudiziarie di cui godeva in precedenza.
Berlusconi ha reagito non come se si trovasse di fronte ad uno Stato di diritto ma come ad un suo concorrente, un competitor, peratro proprietario, come lui, di tre reti televisive. Ha mobilitato l’organizzazione industriale di Finivest e Publitalia non per fare una battaglia politica ma per impadronirsi dell’avversario.
Ha, in buona sostanza, lanciato un’O.P.A. (offerta pubblica di acquisto) ostile, con la sola differenza che al posto delle azioni ci sono i voti, anche il tuo voto.
Così è diventato proprietario - se non dell’Italia - sicuramente del Governo, grazie alla raccolta, quasi "porta a porta" delle azioni/voti del suo partito/azienda: Forza Italia. Sono molti anni che mi chiedo cosa ci sia, veramente, alla base del consenso ottenuto dal proprietario della Fininvest presso una così vasta e così diversa platea di elettori.
Con il tuo aiuto provo a darmi delle risposte.
Se tu sei un piccolo commerciante o un artigiano ti potrei capire. Le tasse che deve pagare chi sgobba dalla mattina alla sera con il lavoro delle sue mani sono davvero tante, troppe, e Berlusconi ha fatto benissimo, di fronte all’indifferenza della sinistra ed al cinismo di Visco, a fare appello a quelli come te per farvi sognare un futuro più sereno e meno tartassato.E poi il suo chiaro messaggio sull’immoralità dell’eccessiva pressione fiscale è un bel corroborante sostegno alla tentazione di evadere.
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