sabato 22 agosto 2009

Siamo spiati giorno e notte. A casa, in ufficio,

Siamo spiati giorno e notte, specie di giorno. A casa, in ufficio, per strada, in macchina. Ovunque. Gli spioni non sono nemici, barbe finte, ignoti uomini invisibili. Nessuno ci sorveglia per farci del male, siamo noi che scegliamo di essere spiati, talvolta consapevolmente. Il diritto alla privacy, sbandierato e regolato da leggi e ferrei regolamenti, è una utopia. Di sicuro, spesso, costringe a adempimenti burocratici di alcuna utilità, e fa rischiare sanzioni per un nonnulla, lasciando le cose come stanno. Ragioni di sicurezza e di lavoro obbligano a consegnarci ai nostri ignoti controllori. Dobbiamo rassegnarci? Probabilmente sì, entro certi limiti non c’è proprio niente da fare.E allora perché la privacy è in cima ai pensieri dei nostri legislatori, al punto da far temere che si voglia limitare il diritto di cronaca.La privacy oggi viene rappresentata come un diritto da assicurare dai governi e dalle autorità che sono incaricate di custodirla, ma in riferimento ad uno, soltanto uno degli aspetti della privacy, e non certo il più importante: da qualche anno a questa parte al centro del dibattito politico nazionale vi sono le intercettazioni telefoniche. Un argomento che ha diviso il Paese fra sostenitori della privacy, sempre e comunque, e sostenitori delle intercettazioni telefoniche come indispensabile strumento di indagine degli organi inquirenti. Il conflitto fra le forze politiche, fra la magistratura e il governo sui “confini” della protezione della vita privata ci obbliga a considerare la questione con ottiche differenti. C’è in Italia una privacy che non gode di alcuna protezione, ed è la privacy della gente comune, quella che va al lavoro alle otto del mattino e rientra a casa di sera per cenare e vedere la tv; poi c’è quella della classe dirigente – politici, manager ecc – uomini e donne importanti, cui viene data grande importanza.La stretta sulle intercettazioni telefoniche, infatti, non riguarda la gente comune, ma la protezione delle conversazioni di componenti della nostra classe dirigente. In teoria non dovrebbe essere così, naturalmente, ma in concreto le intercettazioni telefoniche hanno messo in agitazione solo quelli che contano, non gli altri.
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http://www.siciliainformazioni.com/giornale/politica/61882/siamo-spiati-giorno-notte-casa-ufficio-strada-macchina-ovunque-alla-faccia-della-privacy.htm

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