domenica 25 ottobre 2009

Il colloquio e il pianto con la famiglia «Basta, adesso voglio sparire» Il governatore: lascio, pago la mia debolezza

ROMA - «Ho sbagliato e pagherò. Ora voglio solo sparire, sparire a lun­go». I suoi amici sussultano a questa frase. Davanti hanno un Piero Marraz­zo irriconoscibile: barba lunga, le oc­chiaie profonde di chi non ha dormi­to neanche un minuto, un maglione blu stropicciato al posto della solita giacca. Prostrato, debilitato, «un ma­lato ». Sono, queste, le ultime parole pro­nunciate da Piero Marrazzo prima di allontanarsi definitivamente dall’atti­vità politica e istituzionale. Pochi mi­nuti prima aveva pronunciato le paro­le più difficili del suo mandato di go­vernatore: «Ho deciso di autosospen­dermi immediatamente e ho conferi­to al vicepresidente Montino la dele­ga ad assumere la responsabilità di governo e di rappresentanza, rinun­ciando a ogni indennità e beneficio connessi alla carica. Ho detto la verità ai magistrati prima che la vicenda fos­se di dominio pubblico. Si tratta di una vicenda personale in cui sono en­trate in gioco mie debolezze inerenti alla mia sfera privata». Parole attese, ma che hanno riaper­to immediatamente la corsa alla suc­cessione.
CONTINUA ...
http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_25/marrazzo_pianto_figlia_2913ce06-c134-11de-b4fa-00144f02aabc.shtml

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