Ci avete fatto caso? A volte, la definizione di Repubblica delle Banane è riduttiva per alcuni pubblici rappresentanti della medesima, oltre che passibile di querela da parte delle banane. In realtà, ci sono momenti in cui sembra di vivere nel Paese che va all'Incontrario. Prendete il Parlamento, ad esempio. Anzichè mettersi d'accordo sul modo più rapido ed efficace per impedire che vi mettano piede pregiudicati o pluricondannati o plurinquisiti, la scuola di pensiero che va per la maggiore nel Palazzo è ripristinare l'immunità che tutto salva e tutto monda, così i soliti magistrati impiccioni e complottisti la piantano di rompere le scatole ai rappresentanti del popolo che hanno conti in sospeso con la Giustizia. Poi c'è il discorso della prescrizione. Il ragionamento è furbescamente apodittico: poichè i processi sono lenti e durano troppo, tagliamo i tempi della prescrizione così centinaia di migliaia di processi andranno in fumo. In un Paese normale si direbbe: poichè i processi sono lenti e durano troppo, tagliamo i tempi dei processi, non della prescrizione; aumentiamo i fondi per la Giustizia, dotiamo i magistrati di maggiori mezzi, mettiamoli in condizione di lavorare meglio. Ma questo è il Paese che va all'Incontrario, dove può capitare che un sottosegretario della Repubblica, a proposito della morte in carcere di un ragazzo il cui corpo era pieno di botte e, proprio nel giorno in cui vengono iscritte alcune persone nel registro degli indagati per omicidio preterintenzionale, affermi tomo tomo cacchio cacchio: " Era anoressico e drogato. Per questo è deceduto". Dopodichè parte il balletto delle retromarce ("Le mie parole sono state strumentalizzate in malafede") e bla bla bla, ma rimane la desolazione di parole pesanti come pietre, che offendono la memoria di chi non può evidentemente difendersi e dei suoi familiari i quali, nonostante l'insopportabile dolore da cui sono stati colpiti, si battono per conoscere la verità.
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