mercoledì 30 giugno 2010

Abruzzo: lo scandaloso cratere della vergogna

Fin dove arriva la mano dell’uomo quando c’è odore di denaro? Vi sono limiti che non si valicano? Muri che non si abbattono? La risposta, in ogni caso, è "no". L’uomo fiuta l’odore del denaro e non sente minimamente quello del sangue e della morte. Odora l’aria del business e poco importa se in questo business ci sono storie di vite umane cancellate dal mondo o migliaia di famiglie gettate nella disperazione. Anzi: più vite umane sacrificate alle tragedie nazionali, più denaro che vorticosamente passa di mano in mano. Ne è un esempio, lampante quanto degenerato, tutto ciò che è accaduto ed accade ancora dacché la terra ha tremato in Abruzzo, quell’ormai noto 6 Aprile del 2009. C’è chi si è fregato subito le mani, pochi minuti dopo la scossa assassina. Ridendo al cellulare in previsione di guadagni favolosi – leciti o meno – a portata di mano. C’è chi ha messo il piede nell’accelleratore per sfruttare al massimo sia la pena di una nazione annichilita da tanto strazio umano, sia le risorse economiche che il tesoro mette prontamente a disposizione quando bisogna correre e presto ai ripari. Per alcuni, le disgrazie degenerano in tragedia. Per altri diventano ulteriore fonte di guadagno. E’ il male incurabile dei nostri tempi. Nulla arresta l’infernale carrozzone di chi specula, anche e sopratutto, sul sangue umano. Subito dopo il sisma, un nuovo terremoto ha riempito cronache e telegiornali. E’ il terremoto delle informazioni, degli accadimenti, degli abusi scoperti troppo tardi, dei crolli che potevano essere arginati, del denaro che ha cominciato a fluire: non certo per le ricostruzioni, ché per quelle – semmai – c’è tempo. Il terremoto in parallelo a chi ha assaggiato il fango delle tendopoli d’inverno e l’assurda constatazione che molte cose si potevano evitare: morti in testa. E’ il terremoto che parla di denaro, appalti, speculazioni. Quello che tocca molti imprenditori e politici, avvezzi ormai solo al miglior guadagno seppur a cagione della sicurezza e serenità nazionale.
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