mercoledì 16 giugno 2010

"Così ci incontrammo a Palazzo Chigi per ottenere gli appalti"

E’ vero, il 12 maggio del 2009 siamo andati a Palazzo Chigi. Dove abbiamo incontrato il sottosegretario Gianni Letta. Tre giorni dopo è nato il Consorzio “Federico II”». L’11 giugno. Cinque giorni fa. A L’Aquila. Davanti al procuratore Alfredo Rossini si è presentato, accompagnato dal suo legale, Ettore Barattelli, presidente del «Consorzio Federico II». Da giorni e pubblicamente aveva manifestato la volontà di chiarire, di precisare, di poter raccontare la sua verità ai magistrati abruzzesi. La storia del Consorzio «Federico II» e degli appalti post-terremoto era uscita sui media, dopo gli arresti della «cricca» dei «Grandi eventi». L’imprenditore sostiene che gli appalti vennero ottenuti grazie alle entrature politiche e a quell’incontro che si svolse a Palazzo Chigi. Se Barattelli conferma quanto era emerso dalle «carte» di Firenze, Guido Bertolaso invece smentisce tutto. Sì, ieri l’indagato per concorso in corruzione dalla Procura di Perugia, sentito dai pm Claudio Sottani e Alessia Tavernesi in una caserma della Finanza di Perugia, ha smentito la storia della casa di via Giulia. I passaggi della difesa, riassunti in un comunicato del Dipartimento della Protezione civile: «Nel 2003, per motivi personali, Bertolaso si trasferisce in un Collegio universitario della Congregazione Propaganda Fide. Ma gli orari del collegio sono incompatibili con il suo lavoro. Un collaboratore della Congregazione, Francesco Silvano, gli offre la casa di via Giulia. Lui pagava regolarmente le bollette». Nessuna casa all’estero o a Positano. Guido Bertolaso spara ad alzo zero. Si difende mettendo in discussione le verità dell’architetto Angelo Zampolini (e la testimonianza del proprietario di casa di via Giulia che ha confermato che Zampolini gli portava mensilmente l’affitto). E si appella al mondo dell’informazione: «Basta con la macelleria mediatica». Torniamo all’imprenditore Ettore Barattelli, che si presenta alla Procura dell’Aquila per essere ascoltato dagli inquirenti e fa mettere a verbale: «Fui contattato da altri imprenditori abruzzesi per costituire un consorzio d’imprese e accettai subito. Ci rivolgemmo ai dirigenti della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila perché volevamo entrare in contatto con la Btp. Sapevamo che se l’avessimo coinvolta avremmo avuto diverse occasioni per vincere appalti.
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http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/201006articoli/55946girata.asp

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