venerdì 11 giugno 2010

Cucchi, Uva, Aldrovandi, familiari insieme: tanti casi come loro, vogliamo giustizia

ROMA (11 giugno) - Lucia Uva, Patrizia Aldrovandi e Ilaria Cucchi, parenti di tre uomini deceduti in carcere o in ospedale dopo essere stati fermati dalle forze dell'ordine, sono salite insieme sul palco a Varese, per raccontare le loro storie e lanciare un appello: «Che sia fatta luce su quello che è successo». Con loro il legale Fabio Anselmo, che si è occupato dei tre casi, e Luigi Manconi, presidente dell'associazione "A buon diritto". Ilaria Cucchi, sorella del 31enne deceduto il 31 ottobre nel carcere romano di Regina Coeli, ha detto che «ci sono tanti casi come quello di Stefano, ma ci aspettiamo che su tutti venga fatta chiarezza, perché le cose devono cambiare». Una richiesta condivisa anche da Lucia Uva, la sorella di Giuseppe, l'artigiano morto in ospedale a Varese dopo aver trascorso la notte nella caserma dei carabinieri. All'indomani del processo che si è aperto mercoledì contro i due medici accusati di omicidio colposo per aver somministrato a Giuseppe Uva farmaci incompatibili con il suo stato, Lucia Uva dice: «Voglio sapere che cosa è successo quella notte in caserma, perché non ci credo che mio fratello si sia fatto male da solo». Gli interventi sono stati accolti dagli applausi del pubblico, commosso quando Patrizia Aldrovandi ha raccontato della morte del figlio Federico, deceduto a 18 anni dopo essere stato fermato dalla polizia a Ferrara. «L'unica cosa che faremo - ha detto - è continuare a raccontare quello che è successo». «L'onore delle forze dell'ordine, nel caso Aldrovandi - ha concluso l'ex senatore Manconi - è stato salvato dalla giustizia che, individuando irresponsabili, ha liberato l'intero corpo da accuse indistinte e generalizzate».
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=106051&sez=HOME_INITALIA

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