venerdì 11 giugno 2010

Infiltrazioni, ruggine e lavori a metà il dossier: quelle case fanno acqua

L'AQUILA - Se il Progetto C. a. s. e. (Complessi antisismici ecocompatibili) doveva essere un "miracolo", il miracolo è di quelli che cominciano a fare acqua (per altro, non per modo di dire). E a documentarlo, a neppure novanta giorni dalla definitiva consegna agli sfollati degli 85 edifici antisismici costati alle casse del Paese 803 milioni di euro, sarebbe in fondo sufficiente questo epitaffio: "Si rendono evidenti segni di deterioramento degli edifici inaccettabili". Il giudizio è in una articolata relazione del marzo scorso di una sessantina di pagine, corredata da un centinaio di fotografie e redatta dagli ingegneri dell'Ufficio Tecnico del comune de L'Aquila a conclusione di due mesi di certosini sopralluoghi in ogni angolo di quelle costruzioni. Piastra dopo piastra, ballatoio dopo ballatoio, garage dopo garage. Ringhiera dopo ringhiera."Questo ufficio - si legge nell'incipit del documento ("Relazione sullo stato dei fabbricati del progetto C. a. s. e.") - ha potuto riscontrare alcune criticità. E le problematiche più evidenti riguardano perdite nelle tubazioni dei garage". Le foto scattate dagli ingegneri sono nitide quanto e più delle parole. Dai rivestimenti in cemento e talvolta dalla base dei pilastri che sostengono le piastre antisismiche si allargano lingue d'acqua lercia in cui galleggiano rifiuti di cantiere e macchine in parcheggio. E, in qualche caso, i fiotti hanno cominciato ad allagare anche ballatoi e piani bassi degli edifici. "Alcune ditte - chiosano gli ingegneri - per ovviare al problema, hanno escogitato soluzioni artigianali, costruendo contenitori in acciaio e tubazioni di scolo a vista, eludendo palesemente la riparazione della causa delle perdite". Insomma, ci si arrangia con "il secchio", comunque con pezze peggiori del buco. Anche perché l'acqua non è il solo problema. "Nei garage - proseguono i tecnici - si evidenzia la mancanza quasi generalizzata dei corollari antifuoco nelle colonne di scarico, con grave pregiudizio per il rispetto delle norme antincendio. In aggiunta, sono stati riscontrati: a) l'assenza di rivestimento coibente delle tubazioni esterne o la sua installazione precaria; b) lavori molto approssimativi nei rivestimenti con finitura in alluminio delle tubazioni; c) collegamenti elettrici e telefonici con cavi penzolanti o addirittura appoggiati a terra senza protezione".
Continua ...
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/06/11/news/aquila_case-4742968/

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