Invertiamo la rotta. Se l’Italia è “nave senza nocchiero in gran tempesta”, allora è il momento di riappropriarci del nostro paese. Indistintamente, cittadini di destra e di sinistra dovrebbero fare un passo indietro rispetto ai rispettivi particularismi ed unirsi alla ricerca di un bene comune.
Il Ddl sulle intercettazioni sarà la pietra tombale su una democrazia lentamente distrutta. Sarà la lapide apposta affinché la classe politica, anche se corrotta, possa autotutelarsi.
Le risposte, le giustificazioni, sono fumo negli occhi. Non è vero che le intercettazioni non bloccheranno le indagini per mafia, perché, spesso, è nel corso dell’indagine che emerge il reato mafioso e non a priori; in un’Italia stritolata dalle organizzazioni criminali, tanto valeva donargli direttamente le chiavi del paese.
Si sentono tante scuse, ci si maschera dietro la spesa di circa 300 milioni di euro l’anno, ma è pur vero che siamo il primo paese al mondo per auto blu, con 626 mila unità (gli USA, secondi, ne hanno 73 mila) ed il loro costo è di 13 miliardi di euro (lo stesso di una media finanziaria). Ed è ancora più interessante sottolineare come, grazie alle intercettazioni sull’inchiesta Antonveneto, i "furbetti" abbiano pagato allo stato 340 milioni di euro, ovvero più del loro costo!
Con questo decreto i Moggi, gli Anemone, i Fiorani, i Setola (sì, i Setola), sarebbero ancora al loro posto. Fiorani, oggi, invece di patteggiare la pena si sarebbe trovato a controllare i giornali (voleva scalare RCS).
Con questa legge i medici della Clinica Santa Rita sarebbero ancora al loro posto, ad operare ignari pazienti sani.
Con questa legge Alfredo Romeo starebbe ancora saccheggiando Napoli, e Anemone ridirebbe ancora al telefono dei morti a L’Aquila.
Di cosa parleranno, dunque, i giornalisti? Saranno ridotti ad essere i passacarte d’informazioni preconfezionate (ove non lo fossero già).
Continua ...
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