giovedì 21 aprile 2011

"Mauro intuì quelle complicità dopo un incontro con Borsellino"

L'assassinio di Rostagno, parla la compagna Chicca Roveri. "Prima di morire indicò nella loggia massonica Scontrino il luogo d'incontro fra mafiosi e insospettabili. Nella Trapani di quegli anni alcuni magistrati erano fedeli allo Stato, mentre altri aiutavano Cosa nostra"

dal nostro inviato GIUSEPPE D'AVANZO
TRAPANI - Chicca Roveri, la compagna di Mauro Rostagno, non ha avuto modo di apprezzare il rigore del giornalismo italiano. È questo il suo esordio: "Non riuscirò mai a capire la leggerezza con cui fate il vostro lavoro. Non capirò il silenzio che circonda il processo per la morte di Mauro". "Non ci vuole molto per comprendere che l'ostinazione a negare la mano mafiosa nell'assassinio di Mauro vuole nascondere responsabilità che sono ancora oggi vive. Quell'abbozzo di racconto giornalistico che si fa di questo processo è strabico. Da un lato, non "vede" la mafia e non ne parla; dall'altro, con testardaggine vuole tornare indietro a moventi che già sono stati liquidati dal lavoro dei pubblici ministeri di Palermo e nonostante i mille depistaggi. Oggi gli appunti ritrovati di Mauro 1chiariscono di che cosa si stava occupando e chi doveva preoccuparsi per le sue inchieste e mi rende finalmente chiaro che cosa è accaduto e perché mi è accaduto".
Ricordiamo che lei è stata arrestata come complice degli assassini di Mauro nel 1996 e del tutto scagionata dalla procura di Palermo. Ma andiamo per ordine. Cominciamo dagli appunti di Mauro. Che cosa c'è scritto e perché sono così importanti?
Continua ...

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