giovedì 5 maggio 2011

Il potere nudo di un premier grottesco

di FRANCO CORDERO
"Grottesco" è la categoria estetica applicabile all'occupante del palazzo Chigi. La parola viene dalle arti figurative: nel lessico rinascimentale erano "grotte" i relitti romano-imperiali sepolti o quasi, con pareti variamente decorate; putti, priapi, arpie, sfingi, un bestiario e flore abnormi. Giorgo Vasari le definisce "pitture licenziose e ridicole molto" ma è falso riso, spento in gola da ripulsione e paura: figure stravolte evocano l'innaturale pericoloso; siccome siamo fuori dei quadri razionali, lì dentro può succedere tutto.
Lo scurrile domina nell'iconografia berlusconiana (carattere assente nei dittatori dell'ultimo secolo, talvolta ridicoli, vedi Mussolini, ma era effetto involontario, mentre l'homo in fabula cerca applausi e risate): canta, gesticola, imita; viene alla ribalta nella posa d'una ballerina; protende il pollice a pugno chiuso; fa le corna in fotografie ufficiali; racconta barzellette oscene nelle sedi meno congrue; ride a ganasce aperte o accenna i sorrisi ambigui d'uno che plani sulle mischie (mimiche d'alto interesse clinico); e lasciamo da parte quel che raccontano le ospiti delle serate postribolari. Il fondo è torvo. Appena qualcuno lo sfiori, esplodono pulsioni distruttive ormai incoercibili.
Continua ...

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