domenica 7 agosto 2011

Dalla scuola ai debiti, l'America fa i conti con il suo declino

Gli storici di Harvard: gli Usa come l'antica Roma, i giorni del dominio sono finiti

MAURIZIO MOLINARI

Il «Launch Math Achievement Center» promette di trasformarli in «scienziati geniali» prima ancora della fine della scuola dell’obbligo. Se padri e madri ritengono che una palestra colorata disseminata di giochi tipo «Piccolo Einstein» possa garantire un futuro migliore ai figli è perché la sfiducia nel sistema dell’istruzione è uno degli aspetti concreti della percezione pubblica del declino nazionale, destinata ad essere accresciuta dal primo downgrading finanziario della Storia. Gli adolescenti a stelle e strisce sono i 17˚ del mondo per conoscenze scientifiche e i 25˚ in matematica in una statistica dell’Ocse che è diventata patrimonio di milioni di famiglie da quando il presidente Barack Obama l’ha citata nel discorso al Congresso sullo Stato dell’Unione per illustrare l’avvenuto sorpasso dell’America da parte degli asiatici, cinesi e coreani in testa, che invece eccellono in queste materie. La sovrapposizione fra scuole carenti, debito in crescita e campagne militari che non accennano a finire - non solo in Afghanistan ma anche in Iraq, dove il previsto ritiro totale è tornato in discussione - spingono lo storico di Harvard Niall Ferugos a sostenere nel suo «Civilization: The West and the Rest» che i giorni del dominio della civilizzazione Occidentale, basata sulla forza dell’America, sono terminati nel segno dell’affermazione del «Resto» del mondo in un cambio della guardia alla guida del Pianeta che Fareed Zakaria - uno dei columnist più in sintonia con la Casa Bianca - descrive sul magazine “Time” come “il riordino del ponte del Titanic dopo il naufragio”.
Continua ...


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