sabato 29 ottobre 2011

Berlusconi: euro non ha convinto. Poi si corregge: è nostra bandiera

Silvio Berlusconi (Adnkronos)
Roma, 28 ott. (Adnkronos/Ign) - "Siamo di fronte a un
attacco all'euro, una moneta strana che non ha convinto nessuno e che è di per sé molto attaccabile". E' un passaggio dell'intervento di Silvio Berlusconi agli Stati generali del commercio estero. Ma passano poche ore e il premier interviene a spegnere le polemiche seguite alle sue parole: "Come al solito, si cerca di alzare pretestuose polemiche su una mia frase interpretata in maniera maliziosa e distorta. L'euro è la nostra moneta, la nostra bandiera. E' proprio per difendere l'euro dall'attacco speculativo che l'Italia sta facendo pesanti sacrifici", afferma in una nota. "Il problema dell'euro è che è l'unica moneta al mondo senza un governo comune, senza uno Stato, senza una banca di ultima istanza. Per queste ragioni è una moneta che può essere oggetto di attacchi speculativi", ha aggiunto.

Il premier durante il suo intervento agli Stati generali del commercio estero ha ricordato poi il successo incassato a Bruxelles: "Abbiamo ricevuto la piena approvazione da parte dell'Unione europea del nostro programma di riforme e delle date per realizzarle. La settimana prossima le porteremo in Parlamento e mi auguro che le opposizioni si rendano conto che si tratta di provvedimenti che rispondono agli interessi degli italiani, del Paese. Spero che non avremo una situazione di opposizione dura ma che con il consenso delle opposizioni si possano rispettare questi impegni".

"Stiamo lavorando, lavoriamo bene e confido anche nell'apporto delle opposizioni". "Sono ottimista - ha aggiunto - e lavoreremo in questi 18 mesi per le riforme. Dato che il nostro governo tiene, l'opposizione dovrà adeguarsi e ci renderà la vita più facile in Parlamento dove i regolamenti che abbiamo ereditato non ci consentono di fare le cose in fretta".

Il premier al suo arrivo è tornato anche a parlare della presunta lettera di dissidenti all'interno del Pdl definendola "è una bufala, non ne abbiamo traccia, né c'è un autore". "Il rapporto con la Lega è solido" e che "non sono vere le voci circolate su una nostra volontà di andare alle elezioni" anticipate.

Quindi, confida, "mi piacerebbe moltissimo lasciare, ma se penso alle mie aziende, ai colleghi e ai figli e vedo una coalizione Bersani-Vendola-Di Pietro sento assolutamente la responsabilità di stare qui per mandare avanti il governo".

In fine torna ad attaccare i giudici: "I 25-26 processi contro di me si stanno risolvendo tutti in assoluzioni, ma mi sono costati un miliardo". "Pensate - ha aggiunto - ai 400 milioni di euro che ho speso in avvocati e consulenti e ai 600 milioni che ho dato al signor De Benedetti, tessera numero uno del Partito democratico: fanno un miliardo che ho dato a causa di Magistratura democratica".

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