venerdì 7 ottobre 2011

Condoni, in 30 anni un flusso di 104 miliardi

Le sanatorie più fruttuose quelle "tombali", nel 1982, 1992 e nel biennio 2002-2003. Le altre sono state quasi tutte un fallimento che non hanno neanche sfiorato il 4 % del gettito previsto

MESTRE - Secondo la CGIA di Mestre, 30 anni di condoni (edilizi, fiscali, previdenziali, etc.) hanno garantito alle casse dell'Erario 104,5 miliardi. Le sanatorie più fruttuose economicamente per le casse dello Stato sono risultate quelle tombali. Nel 1982 e nel 1992 hanno garantito rispettivamente il 113% e il 120,6% del gettito previsto. Insomma, una vera manna per le entrate dello Stato. Anche nel biennio 2002 e 2003 il condono tombale, annegato all'interno di altri due condoni fiscali, ha dato ottimi risultati. Rispetto agli 8 miliardi di gettito atteso, sono arrivati 12,8 miliardi, pari al +160,4% sul totale di incasso previsto. Gli altri condoni, purtroppo, sono stati quasi un fallimento. Il più "snobbato" dai contribuenti è stato quello delle scritture contabili, introdotto nel 1995 che ha "partorito" solo il 2,7% dell'incasso previsto. Male anche quello relativo ai rifiuti del 1989, che ha dato solo il 3,3% del gettito auspicato. "Premesso che l'introduzione di qualsiasi condono fiscale è, a mio avviso, immorale ed eticamente sbagliato - commenta Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre - ha senso proporlo solo quando ci si trovi di fronte a un'importante riforma del fisco, in cui si debbano chiudere i rapporti rimasti aperti tra l'Amministrazione finanziaria e i contribuenti che azzeri i
contenziosi tra le parti".

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