"Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato con mazze e pietre". E commercianti, impiegati, artigiani, agricoltori, padri e madri di famiglia sono pronti. Almeno stando a sentire gli organizzatori della rivoluzione del 9 dicembre, quella che, a partire dalla mezzanotte del giorno dell'Immacolata, promette di bloccare ad oltranza l'intero Paese, da Bolzano a Reggio Calabria isole comprese.
Una specie di movimento dei Forconi, resuscitati per l'occasione e più vitali che mai, che nel gennaio 2012 paralizzarono per nove giorni strade e raffinerie in Sicilia. Solo che stavolta, complice internet, la protesta è più grande. Sul piede di guerra ci sono anche il Movimento autonomo autotrasportatori, Aitras Trasportunito, Assiotrat, Assotrasport e Azione nel trasporto italiano. E poi altre associazioni, (Comitati Agricoli Riuniti, Associazione Rurale Veneto, Life, Cospa) e tanti cittadini comuni.
"Frontiere, porti, strade e autostrade saranno bloccati da cittadini semplici affiancati da autotrasportatori, agricoltori e allevatori, tutti uniti nella lotta", spiegano gli organizzatori per nulla ridimensionati dal passo indietro di Unatras, l'Unione nazionale delle associazioni dell'autotrasporto merci, e Anita, dopo un incontro positivo al ministero dei Trasporti.
"Non ci possono essere revoche di sciopero, perché questo non è uno sciopero di categoria ma una protesta di tutti i cittadini", spiega ad Affaritaliani.it uno dei protagonisti e ideatori dell'iniziativa, Danilo Calvani di Comitati Agricoli Riuniti. Che non ha dubbi: "L'Italia si bloccherà".
Come non li hanno gli altri sostenitori. "Fate tutti rifornimento di carburanti, alimentari e di ogni cosa" perché i negozi resteranno vuoti, avverte un'aderente particolarmente battagliera sulla pagina Facebook dell'iniziativa 9 dicembre 2013, dalla quale si evince che i motivi della rivoluzione sono tanti e svariati.
Calvani (Comitati Agricoli Riuniti): "Si prepara una vera rivoluzione"
Chiavegato (Life): "E' l'inizio di una fine"
"Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l’identità di un paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni", spiega il manifesto, e ora l'Italia "si ribella e scende nelle strade e nelle piazze contro il far-west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani, contro questo modello di Europa, per riprenderci la sovranità popolare e monetaria, per riappropriarci della democrazia, per il rispetto della costituzione contro un governo di nominati, per difendere la nostra dignità".
"Ci hanno accompagnati alla fame, hanno distrutto l’identità di un paese, hanno annientato il futuro di intere generazioni", spiega il manifesto, e ora l'Italia "si ribella e scende nelle strade e nelle piazze contro il far-west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani, contro questo modello di Europa, per riprenderci la sovranità popolare e monetaria, per riappropriarci della democrazia, per il rispetto della costituzione contro un governo di nominati, per difendere la nostra dignità".
Ma nel mirino ci sono soprattutto i politici. "La sentenza della Corte Costituzionale (sull'incostituzionalità dell'attuale legge elettorale, ndr) ha avallato quanto andiamo dicendo: questo Parlamento è illeggittimo perché ha violentato la Costituzione e noi non lo riconosciamo. Non escludo che mercoledì convergeremo tutti su Roma quando si voterà la fiducia", annuncia Calvani.
Insomma, come da grillina memoria: casta, euro, banche, tasse, lavoro. Quanto basta per portare in strada centinaia di cittadini stanchi e arrabbiati che rifiutano qualsiasi tipo di appartenenza politica. Compresa stavolta quella stellata: "Dopo la nostra protesta nel Lazio di due anni fa, Grillo ha copiato per intero quanto da noi denunciato e rivendicato", spiega ancora Calvani ad Affari. E conclude: "Se con noi in strada ci saranno anche cittadini che votano Grillo che partecipano in quanto italiani, ben vengano. Così come tutti gli altri. Ma nessuno si azzardi a mettere il cappello a questa manifestazione".
Nessun commento:
Posta un commento