domenica 6 aprile 2008

Quanto conta il voto del partito di chi non vota

Alle legislative del 2006, oltre il 15% degli elettori dichiararono di aver deciso per quale partito votare nell'ultima settimana. Il 6% il giorno stesso (indagine postelettorale di LaPolis, Università di Urbino). In pratica, nel tragitto fra casa e il seggio. Magari: in cabina, aprendo la scheda. Perché la scelta di voto non è un atto scontato. Le radicate fedeltà di un tempo, nel tempo, si sono sfaldate. Insieme ai partiti intorno a cui si erano formate. Poi, non bisogna credere che tutte le persone siano egualmente interessate alla politica. Al contrario: è vista dai più con indifferenza e, talora, con fastidio. Per cui, non si deve pretendere che fin dal primo giorno di campagna elettorale tutti gli elettori si chiedano - e sappiano - per chi votare. In numerosi casi, peraltro, le convinzioni cambiano. Anche quando sembrano solide. L'elettore deciso a cambiare, al momento del voto, spesso ritorna sui suoi passi. Oppure, viceversa: l'elettore privo di dubbi, al momento del voto, di fronte alla scheda decide di svoltare. Un segno e via. Naturalmente, ogni elezione fa storia a sé. Le politiche del 2006 si tradussero in una sorta di scontro bellico-mediatico, che infiammò la campagna. Così, Berlusconi mobilitò molti elettori di centrodestra, affetti dalla delusione e dall'apatia. Questa volta il discorso è diverso. La campagna elettorale appare più apatica degli elettori. I due principali candidati alla vittoria finale intenzionati a confrontarsi solo a distanza. Degli scontri di due anni fa, oggi, risuonano solo echi lontani. In tivù, ormai, passano perlopiù i candidati degli altri partiti, alla caccia di visibilità. E del quorum. Continua ... http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/politica/verso-elezioni-17/diamanti-nonvoto/diamanti-nonvoto.html

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