domenica 11 maggio 2008

Non c’è voluto molto prima che il regime di centro-destra tuonasse contro Travaglio.

Il casus belli è stata una dichiarazione dello stesso a Che Tempo che Fa, condotta da Fabio Fazio, dove, presentando il libro Se li Conosci li Eviti, ha semplicemente ricordato che in passato Schifani era socio di alcuni mafiosi. Non si tratta certo di un’opinione di Travaglio, ma di un fatto acclarato che non può essere contestato, è come dire che il Colosseo è a Roma o che George W. Bush è l’attuale presidente degli stati uniti. Non è infatti colpa di Travaglio se gli ex-soci di Schifani sono stati nel frattempo condannati per mafia mentre lui è diventato Presidente del Senato. Lui si è limitato a riportare i fatti, come al solito, e a renderli noti alla platea televisiva di Fazio. SCANDALO! In Italia vengono riportati dei fatti in televisione? Per di più contro uno dei massimi esponenti della cosca? Non sia mai. E infatti i tromboni della politica hanno subito minacciato censura dicendo che le diffamazioni di Travaglio vanno fermate. Peccato che nessuno lo abbia ancora denunciato per diffamazione ma tutti si siano limitati a dichiarare che lo faranno cacciare dalla televisione pubblica (in pieno spirito democratico). Quello che più mi fa specie, però, non è che a tuonare siano i rappresentanti della maggioranza. Delle attitudini censorie e antidemocratiche di un La Russa o di un Gasparri non mi stupisco… gente del genere davanti alla verità può solo invocare la censura. Quello che mi fa specie è che al coro degli anti-Travaglio si sia unito anche il PD, rappresentato da quella fallita della Finocchiaro che, non contenta di aver perso quindici punti percentuali in Sicilia rispetto a Rita Borsellino, ha deciso di appoggiare le manovre censorie del PDL. Bella opposizione, complimenti. Poi si stupiscono che la gente abbia votato Lega o Berlusconi al posto loro. Tanto cosa cambia? Nel frattempo le edizioni online di giornali nazionali come il Corriere della Sera, hanno titolato la notizia: «Schifani diffamato da Travaglio» Senza peraltro analizzare minimamente la veridicità o meno delle parole di Travaglio stesso ma affidandosi completamente alle deliranti affermazioni censorie dei politici. Bella prova di autonomia e di libertà. E poi il problema sarebbe Grillo e il suo V2-Day.
Siamo di nuovo sulla via della censura. Abituiamoci.

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