martedì 16 settembre 2008

Gheddafi entra in Telecom con 3 miliardi

Qualcosa era già trapelato dopo la visita di Berlusconi a Tripoli. Oltre a petrolio, gas e cemento, nell’agenda dei colloqui sarebbe entrato anche il tema delle telecomunicazioni. E ora arriva la conferma
da Dagospia.com Ai piani alti di Telecom spira un vento caldo e secco simile allo scirocco che viene dall’Africa dove lo chiamano ghibli. È il vento delle notizie che si sono infittite all’improvviso ieri sera quando si è sparsa la voce di un possibile ingresso di capitali libici dentro Telecom Italia. Qualcosa era trapelato all’indomani della visita di Berlusconi a Tripoli e qualche cenno aveva fatto il quotidiano 'ItaliaOggi', indicando che oltre a petrolio, gas e cemento, nell’agenda dei colloqui era entrato anche il tema delle telecomunicazioni. Sotto la tenda del leader libico sembra che i dossier siano stati numerosi e che tra questi uno in particolare sia stato discusso dal Cavaliere di Palazzo Chigi con grande calore. Nei confronti di Mohammar Gheddafi il premier italiano ha allargato i cordoni della borsa in maniera generosa mettendo sul piatto 5 miliardi di dollari per i prossimi 25 anni insieme alla 'Venere di Cirene' trafugata dagli italiani nel 1913. C’è di più, perché Berlusconi ha fatto anche uno strappo nella politica estera firmando un accordo di cooperazione che esclude l’uso delle basi Nato italiane in caso di attacco alla Libia. Tanta generosità si spiega con la voglia di risarcire Tripoli per “le profonde ferite provocate dalla colonizzazione italiana”, ma adesso saltano fuori dei risvolti del tutto inediti su ciò che è avvenuto sotto la tenda di Gheddafi dove alla fine è stata intonata “O’ sole mio”, un pezzo forte del repertorio berlusconiano.
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