SAB, 13 DIC - Il caso di corruzione di Rud Blagojevich è sicuramente il peggio che poteva capitare a Barack Obama, quando ancora non ha preso in mano effettivamente la presidenza della Casabianca. La storia ormai la sappiamo tutti, Blagojevich, che come governatore del suo stato aveva il diritto di eleggere il successore di Obama al Senato, aveva intenzione di cedere la nomina a chi lo avesse pagato più profumatamente. In questo momento, Blagojevich è tornato in libertà su cauzione ed ha ripreso a svolgere il suo lavoro in attesa del processo. Ma il grande problema di questo caso, che già potremmo chiamare Illinoisgate, è che su Obama, ma in particolare sul suo capo di gabinetto sionista Rahm Emanuel pesa l'ombra dello scandalo. Potrebbe essere lui il "consigliere" di Obama citato nelle intercettazioni telefoniche del governatore corrotto. Blagojevich parla del consigliere del presidente eletto e si chiede che cosa sarebbe disposto a offrire in cambio della nomina di Valerie Jarrett per il seggio vacante. La nomina spetta per legge al governatore dello Stato, e Blagojevich dice chiaramente di non avere intenzione di regalare "una cosa preziosa come il seggio", senza un tornaconto personale. Obama ieri ha ribadito di non avere avuto alcuno contatto diretto con il governatore e si è riservato di chiarire, nei prossimi giorni, la natura dei colloqui di membri del suo staff. Si è tuttavia detto "assolutamente certo" che nessuno dei suoi abbia avuto alcun ruolo nell'asta del governatore. Jarrett è stata, in una prima fase, uno dei candidati in lizza per il seggio, poi, dopo un primo contatto con Blagojevich, ha rinunciato. Che cosa sapevano Jarrett e Rahm della trattativa del governatore? L'hanno denunciata al procuratore federale Patrick Fitzgerald? Sono domande legittime e difficilmente i media ed i repubblicani molleranno la presa fino a quando Obama non chiarirà la vicenda.
Continua ...
http://italian.irib.ir/index.php?option=com_content&task=view&id=5081
Nessun commento:
Posta un commento