mercoledì 4 febbraio 2009

L'eutanasia dei partitini conviene a tutti, anche al Cav

Ecco la prima vera riforma firmata Veltrusconi
Pur rifiutando prudentemente di entrare nel merito dell’eutanasia sulle persone fisiche, sulla morte dei partitini la maggioranza e il Pd hanno infine avuto il coraggio di esprimersi. Ne risulta un raro accordo bipartisan, quello sulla riforma della legge elettorale per le europee: la prima, vera, riforma di sistema dell’attuale legislatura. In coerenza con i desiderata dell’opinione pubblica e con la legge elettorale della Camera, i partiti che non raggiungeranno il 4% dei voti non avranno alcun rappresentante a Strasburgo. Punto e basta. E’ quel che accade nelle maggiori democrazie europee. I partitini dovranno dunque scegliere tra scomparire o accorparsi. Il rischio è solo uno: che un successivo accordo tra le forze politiche consenta a microparti nati dal narcisismo dei loro leader più che della temperie ideale di ottenere comunque il finanziamento pubblico. Se così fosse, sarebbe una truffa. Pari a quella attualmente in vigore alla Camera, dove, nonostante la soglia di sbarramento del 4%, basta aver ottenuto l’1% per poter intascare i cosiddetti rimborsi elettorali. Dal punto di vista politico, la riforma passata ieri alla Camera segna la vittoria di Walter Veltroni e la sconfitta di Massimo D’Alema. Il quale, com’è noto, puntava a una soglia più bassa per due ragioni: favorire i partitini della sinistra in vista di nuove alleanze ispirate a vecchi schemi; indebolire Veltroni, dando per scontato che quei partitini avrebbero sottratto al Pd due o tre punti percentuali. E’ la regola aurea della politica formulata anni fa da Indro Montanelli: «Vinca il nemico purché perda il concorrente». Un gioco talmente ‘sporco’ da indurre D’Alema ad evitare di metterci la faccia. La guerriglia antiveltroniana si sposterà dunque su altri terreni: il testamento biologico e la collocazione del Pd in Europa. Quel che sorprende, allora, non è la scelta di Veltroni ma quella di Berlusconi, che non aveva alcun interesse ad alzare la soglia di sbarramento. Perché l’ha fatto? Per due ragioni. Per consolidare il quasi-bipartitismo figlio dell’accordo col Pd sulla legge elettorale nazionale. Per puntellare almeno un po’ Veltroni. Al premier, infatti, conviene averlo il più a lungo possibile segretario del Pd: formalmente in sella, di fatto dimezzato dai propri avversari interni.
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