mercoledì 4 febbraio 2009

SANITA': DA INTERCETTAZIONI SPUNTANO RIMBORSI GONFIATI

Due anni di indagini e di intercettazioni telefoniche. L'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari Giampaolo Angelucci e alla richiesta di autorizzazione inoltrata alla giunta della Camera per suo padre, Antonio e' partita su iniziativa dei carabinieri del Nas di Roma che avevano ricevuto una 'soffiata' su Villa dei Pini di Anzio. "Guardate che la casa di cura - avrebbe detto l'anonimo interlocutore - truffa la sanita' nazionale, spacciando le lunghe degenze come ricoveri per riabilitazione". In termini economici questo significa triplicare l'incasso. Il tutto, ovviamente, a carico della Regione Lazio. Cosi' inizia la storia. Dopo una prima indagine sommaria, i carabinieri si convincono che non si trovavano di fronte a una maldicenza, a un dispetto, ma per davvero qualcuno si stava arricchendo, truffando il servizio sanitario nazionale con fatture per false riabilitazioni, quando in realta' si sarebbe trattato solo di lunghe degenze. Il rapporto finisce immediatamente sul tavolo della procura di Velletri che ordina gli accertamenti da fare in casi del genere: le tanto discusse intercettazioni telefoniche. Stando a quanto si apprende, in tanti mesi di indagini, numerosi colloqui telefonici sono stati registrati e trascritti dagli investigatori e poi trasmessi al pm. Mano mano che l'inchiesta e' andata avanti, il ruolo di Villa dei Pini (che comunque avrebbe incassato svariati milioni di euro, provento, secondo l'accusa, della truffa ai danni del servizio sanitario nazionale), si sarebbe 'ridimensionata'. L'attenzione di investigatori e magistrato sarebbe invece stata richiamata sul San Raffaele di Velletri. Secondo l'accusa la parte piu' rilevante dei rimborsi sarebbe finita alla casa di cura della famiglia Angelucci, tramite la connivenza anche di alcuni funzionari regionali. (AGI)
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Roma-19:05/3536674/7

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