Roma. In 6-7 anni diminuirà il numero di centrali nucleari: di qui al 2015 chiuderanno 90 reattori per raggiunti limiti di età (e ne apriranno 30). Pesante l' eredità: l'uso dell'atomo lascerà scorie nucleari (con tempi di decadimento radioattivo che vanno da 10.000 a 100.000 anni) a circa 5.000 generazioni.A riferirlo Vincenzo Balzani, ordinario di chimica all' università di Bologna e esperto di energia, a margine della presentazione del dossier del Wwf su Cambiamenti climatici e energia, oggi a Roma. "Non è vero - spiega Balzani, componente del Comitato scientifico del Wwf - che l'energia nucleare è in espansione: il numero è costante, da 20 anni abbiamo 440 reattori". Secondo il dossier dell'associazione del Panda, il 70% dei reattori nucleari oggi in funzione (realizzati tra il 1975 e il 1985) verranno chiusi entro il 2030, mentre l'attuale potenza nucleare rappresenterà nel 2020 il 4% del fabbisogno mondiale di energia primaria. "L'Italia, entrando nel nucleare - avverte Balzani - non diventa indipendente dal punto di vista energetico, anzi sostituisce soltanto il petrolio con l'uranio, dal momento che né l'Italia né l'Europa ne posseggono un grammo". La sistemazione delle scorie rimane poi la grande questione aperta che, osserva, "forse non riusciranno a risolvere nemmeno in Usa figuriamoci in Italia dove abbiamo problemi per il pattume". Nessuno, conclude Balzani, è, infatti, "in grado di garantire la sicurezza di un deposito permanente per 10.000 anni".
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