E bravi: in un batter d'occhio l'attenzione al terremoto, alla ricostruzione, alle colpe, ai rischi ecc. è stata dirottata su Santoro e su "Annozero", in realtà sull'informazione che dà fastidio. Intendiamoci: il punto non è la qualità del programma di Santoro, o di quella particolare puntata che non discuto non avendola vista, né la legittimità di critica sia di Santoro che nei confronti di Santoro.Il punto è che in un momento (sospetto strumentalmente) si sostituisce alla critica della realtà la critica della critica, facendo un danno enorme a tutti noi. E' la solita storia del dito e della luna. Non si vuole proprio vedere la seconda. Basterebbe domandarsi se l'informazione su una vicenda tragica come il terremoto che da una settimana impazza è stata servizio, prodotto, tutte e due le cose o sopratutto il secondo.Vedete, quando si indugia nell'intingere la telecamera nella disperazione, o si rimandano dieci volte le telefonate dei terremotati la notte della scossa tremenda, si fa un'operazione merceologica, non informativa. cioè essenzialmente si vende una merce. E' comprensibile che non ci sia uno spartiacque netto tra informazione di servizio e merce di stampa scritta o radiotelevisiva, ma se puntiamo Santoro bisogna allora domandarsi se sentire a Radio Rai un ufficiale dei Nas che denuncia lo smercio di prodotti avariati agli sfollati negli alberghi della costa significa mettere in discussione tutta l'organizzazione pro-terremotati e la solidarietà e in fondo la stessa Protezione Civile. Sarebbe una china. Da non percorrere. Si precipiterebbe. E siamo già ben sotto con la qualità dell'informazione. Forse Santoro dovrebbe fare una puntata su se stesso, con tanto di notabili e di telespettatori comuni. I notabili, temo, non accetterebbero.
Continua ...
http://www.articolo21.info/8331/notizia/i-furbetti-dellinformazione.html
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