"Dopo il ricovero i pazienti non seguono le prescrizioni. Il 30% della spesa ospedaliera va in nuovi esami"
MILANO E pensare che basterebbe curarsi. Smettere di fare i medici generici o addirittura gli specialisti di se stessi, di prescriversi rimedi da soli o di interrompere le cure nel momento meno opportuno. Invece gli italiani, la stragrande maggioranza, anche nei frangenti più difficili non ascoltano il parere dei medici, nemmeno di quelli ai quali si sono rivolti. Non seguono terapie e prescrizioni, preferiscono il «fai da te». Perché non appena si sentono meglio dicono basta a pillole e sciroppi, oppure perché preferiscono non imbottirsi di farmaci. O anche per distrazione, per pigrizia. Diagnosi frettolose E neppure i medici e gli infermieri, a ben guardare, ci sanno fare con i pazienti. Molto spesso sono frettolosi, non persuasivi: e quando consigliano un trattamento, troppo spesso sembra lo facciano più per dovere che non per interesse verso l’ammalato. Risultato: la malattia, non curata in modo adeguato, peggiora. Il medico è costretto a richiedere al paziente esami sempre più specifici e invasivi, aumentano i ricoveri e la spesa sanitaria lievita. In casi specifici come le patologie cardiovascolari, prime in Italia per causa di morte, il numero di ricoveri che si sarebbero potuti evitare raggiunge il 30% dei casi. Così come si sarebbe potuto evitare il conseguente costo per posto letto, esami e farmaci.
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