domenica 5 aprile 2009

Ma quanto ci costano i software di Sacconi? - di Federico Ferrazza

Chissà se fra i tre (ex) dicasteri che coordina (Lavoro, Salute e Politiche Sociali), il ministro Sacconi è riuscito a trovare il tempo per dare un'occhiata al bando per “l'affidamento dei servizi di consulenza direzionale per l’evoluzione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) e per lo sviluppo di metodologie a supporto del Sistema nazionale di verifica e controllo dell’assistenza sanitaria (SiVeAS)”. Un avviso non proprio da quattro soldi. Tutt'altro: in palio c'è una somma astronomica; la cifra massima dell'asta è infatti 17,5 milioni di euro in tre anni. Come si legge sul sito Internet ufficiale, “il Nuovo Sistema Informativo Sanitario, nato a valle dell'Accordo Quadro tra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano del 22 febbraio 2001, rappresenta la base dati condivisa finalizzata allo sviluppo di misure necessarie al bilanciamento costi-qualità”. Il SiVeAS si è invece insediato ufficialmente a febbraio del 2007 e ha un'autorizzazione di spesa di otto milioni di euro (anche se al momento non ha prodotto granché). I due progetti informatici oggetto del bando, quindi, non sono da costruire da zero. E neanche da rifondare. A dirlo è lo stesso avviso del ministero visto che si parla solamente di “evoluzione”. Ciononostante sul piatto ci sono 17 milioni e mezzo di euro. Ma non è tanto la cifra – che secondo molti addetti ai lavori interpellati da L'espresso è davvero eccessiva – a destare le maggiori perplessità, quanto i calcoli che il personale del ministero ha fatto per arrivare a questi numeri. Andando a pagina 100 del capitolato tecnico, si può infatti notare che i giorni/persona richiesti per i due progetti sono in tutto 16.432. Facendo due conti e considerando che, in media, una persona lavora 200 giorni all'anno, le persone a tempo pieno necessarie, secondo i calcoli del ministero, sono una trentina. Che quindi avrebbero uno stipendio di oltre 16mila euro al mese per tre anni. Non male se si aggiunge che nel bando si dice esplicitamente che un terzo del lavoro potrebbe essere svolto da personale “junior”, termine aziendale che indica l'ultima ruota del carro. Che – nella migliore delle ipotesi – guadagna al massimo 2.000 euro al mese. Ma lo spreco non si ferma qui. Il bando – che taglia fuori la maggior parte delle piccole e medie imprese del settore visto che accetta solamente aziende con un fatturato minimo di 35milioni di euro nel triennio 2005-2007 e, nello stesso periodo, con un giro d'affari di 12milioni nei “servizi di consulenza strategica, organizzativa e gestionale nell'ambito del servizio sanitario nazionale” – non richiede infatti solo una consulenza informatica. Ma una vera e propria attività di ricerca medico-scientifica.
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http://www.spreconi.it/2009/04/ma-quanto-ci-co.html

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