lunedì 29 giugno 2009

Uranio impoverito, le denunce dei soldati

Un'inchiesta racconta la quotidianità di tre ex militari malati di tumore dopo missioni in Bosnia, Kosovo e Iraq.
MILANO - L'ultima denuncia è di pochi giorni fa: la moglie di un militare romano di 49 anni ha rivelato che il marito è morto a novembre per un adenocarcinoma, un tumore maligno presumibilmente di origine polmonare. Il militare era stato in missione in Kosovo, a Pec, dal 2000 al 2001, in veste di radiologo. In una lettera al sito Vittimeuranio.com la donna chiede che sia fatta luce e giustizia sulla morte del marito. Secondo il bilancio ufficiale del ministero della Difesa, alla fine del 2007 le morti riconducibili all'uranio impoverito sono 77 e i malati 312. Diversi numeri dell'Osservatorio militare, ente coordinato da Domenico Leggiero, un elicotterista di Sesto Fiorentino a riposo: i morti sono circa 170 e i malati più di 2.500, dagli anni Novanta ad oggi.
L'ITALIA CHIAMÒ - Ai drammatici effetti dell'uranio impoverito è dedicata un'inchiesta, «L'Italia chiamò» (libro e dvd, Edizioni Ambiente, 2009), di tre giornalisti: Leonardo Brogioni (uno dei fondatori dell’associazione culturale Polifemo), Angelo Miotto (PeaceReporter) e Matteo Scanni (coordinatore della Scuola di giornalismo dell'Università Cattolica e autore di film e cortometraggi). È un lavoro multimediale, ovvero composto da testi, video, audio e foto. I protagonisti sono quattro militari italiani che hanno partecipato alle missioni di pace in Bosnia, Kosovo e Iraq: tre di loro, malati di tumore, affrontano una difficile quotidianità. Il quarto, Luca Sepe, è morto nel 2004 e nel documentario viene raccontato dalle parole del padre: «Da quando si è ammalato ed è deceduto mio figlio, a casa mia non si sorride più, c’è sempre un silenzio di tomba, non ci sono più feste comandate né compleanni, per noi il tempo si è fermato» dice Antonio Sepe.
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http://www.corriere.it/cronache/09_giugno_29/uranio_impoverito_inchiesta_49b86e5a-649b-11de-91da-00144f02aabc.shtml

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