Roma, 24 giu. (Adnkronos Salute) - Una notte agitata nella camera da letto della casa di campagna, arredata con mobili di famiglia antichi e preziosi. E un brusco risveglio al mattino, letteralmente divorata da ponfi rossi, pruriginosi e dolorosi su tutto il corpo, viso compreso. La brutta avventura è capitata lo scorso fine settimana a F. A., veterinaria romana di 37 anni, che dopo un iniziale sgomento e il timore di essere incappata in qualche parassita, anche a causa del suo lavoro, ha scoperto il colpevole: l'acaro del tarlo del legno.
"Una diagnosi veloce, anche perché lo stesso tipo di problema l'aveva avuto una mia zia che aveva in casa alcuni dei mobili di famiglia. Per lei però - racconta F. A. all'Adnkronos Salute - la fase del dubbio è durata più a lungo: non si riusciva a capire quale insetto avesse provocato le punture che comparivano sul corpo di diversi componenti della sua famiglia". Se il tarlo del legno è confinato, appunto, nei mobili - e quando fuoriesce non 'punge' gli esseri umani - i minuscoli animaletti che li 'accompagnano' occasionalmente possono attaccare l'uomo. Sempre associati alla contemporanea presenza dei tarli, i nemici degli amanti dei mobili antichi sono appunto acari, appartenenti al genere Pyemotes. Si tratta di parassiti del tarlo, le cui punture provocano ponfi pruriginosissimi e generalmente molto numerosi. "Il dermatologo ne ha contati circa 150, su addome, schiena, braccia, gambe e perfino sul collo e sul viso. E oggi, a distanza di qualche giorno dall'inizio della terapia - dice F. A. - il prurito è ancora molto intenso". Per risolvere il problema è necessario provvedere tempestivamente a bonificare i mobili o il legname da ardere: l'eliminazione dei tarli coincide immancabilmente con la scomparsa degli acari.
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