martedì 12 luglio 2011

Neuromusica, guarire l'ictus con le note La riabilitazione si fa anche cantando


Nonostante i primi successi nel trattamento dei disturbi del linguaggio risalgano a 50 anni fa, solo adesso, grazie anche ai nuovi strumenti di indagine sul cervello, la ricerca sta studiando come sfruttare le potenzialità di note e ritmi per la riabilitazione in campo neurologico

di SILVIA BAGLIONI ROMA - Sul finire degli anni ''60, in un ospedale del Bronx, a New York, un uomo era stato ricoverato dopo un ictus che gli aveva provocato un grave deficit del linguaggio. Dopo due anni di intensa terapia, il paziente non aveva avuto nessun miglioramento ed era considerato senza speranza. Un giorno una dottoressa lo sentì canticchiare, solo poche parole. Iniziò a cantare con lui, un paio di volte a settimana, accompagnandosi con la fisarmonica. Due mesi più tardi l'uomo riuscì a cantare tutta la canzone e, con il tempo, recuperò il linguaggio.
In questi cinquant'anni i risultati ottenuti al Beth Ambraham Family of Health Services sono stati sottovalutati o messi in discussione. Eppure nello stesso ospedale il neuroscienziato Oliver Sacks dimostrò in modo incontrovertibile che per i pazienti affetti da postencefalite la musica era potente quanto un farmaco (come racconta lui stesso in Risvegli).

L'INTERATTIVO
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Oggi il ruolo della musica nella riabilitazione, non solo nell'ictus è oggetto di grande attenzione da parte dei neuroscienziati. I gruppi di ricerca più all'avanguardia in questo campo si sono confrontati, nei giorni scorsi, a Edimburgo dove la Fondazione Mariani ha organizzato la IV edizione del convegno internazionale Neuroscienza e Musica.

Per molti anni la musicoterapia è rimasta appannaggio di personale sanitario; prima degli anni '80 le neuroscienze non si erano praticamente mai occupate di musica. "Da quando disponiamo di tecnologie che ci consentono di osservare il cervello di una persona mentre ascolta, immagina e persino compone della musica, le ricerche sono aumentate esponenzialmente - spiega Luisa Lopez, direttore della neuropsichiatria infantile presso il Centro Eugenio Litta di Grottaferrata, Roma - Queste tecniche ci permettono di dimostrare un rapporto di causa-effetto tra la musicoterapia e il miglioramento dei pazienti".

L'approccio scientifico, quindi, aiuta a dimostrare la reale efficacia della musica nella riabilitazione dell'ictus (MST). Ne è un esempio la ricerca svolta dal gruppo di Teppo Sarkamo presso il Centro di ricerca sul Cervello dell'Università Helsinki, in Finlandia. "Negli esseri umani - ha spiegato il neuroscienziato - l'ascolto della musica attiva ampie reti neurali in diverse regioni del cervello legate all'attenzione, elaborazione semantica, la memoria, le funzioni motorie e l'elaborazione emotiva. L'ascolto della musica migliora anche l'assetto emozionale e cognitivo. Lo scopo della nostra ricerca è stato quello di verificare se effettivamente essa ha un ruolo nella riabilitazione neurologica.

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http://www.repubblica.it/salute/medicina/2011/07/12/news/neuromusica_guarire_l_ictus_con_le_note_la_riabilitazione_che-19012316/

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