martedì 27 settembre 2011

Berlusconi-Marcegaglia la guerra è aperta

"Le avevo proposto anche di fare il ministro e ora mi dà gli otto giorni! Ma chi si crede d'essere. Mi può sfiduciare il Parlamento, non certo la Confindustria". Silvio Berlusconi si è sfogato così con quei ministri con i quali ha affrontato l'"affaire Marcegaglia". No, una Confindustria all'opposizione, il premier non se l'aspettava. Anche per questo lo descrivono inferocito. Ormai considera Emma Marcegaglia peggio di Luca Cordero di Montezemolo. Sicuramente la ritiene "inaffidabile". Palazzo Chigi sta aspettando il Manifesto degli industriali (quello "per salvare l'Italia") per capire se, dalle proposte, la Confindustria passerà al "movimento", magari ad altre iniziative di piazza dopo la marcia silenziosa di Treviso. Di certo Berlusconi ha deciso di muoversi contro la Marcegaglia. Sfrutterà tutte le occasioni per attaccarla. I settanta imprenditori invitati a cena ad Arcore, è un primo segnale che va letto in questa direzione. Altri ne arriveranno. Bisognerà leggere anche il giornale di famiglia, va da sé. E su questa partita il Cavaliere potrà contare su un alleato inaspettato: quel Giulio Tremonti a dir poco infastidito dal sostanziale boicottaggio del tavolo sullo sviluppo messo meticolosamente in opera dalla Marcegaglia. Da una parte siedono i ministri (Tremonti, Sacconi, Romani, Matteoli), dall'altra i funzionari di Viale dell'Astronomia guidati al massimo dal direttore generale Giampaolo Galli, economista liberal molto stimato in Banca d'Italia. Un vero schiaffo per l'irascibile, ancorché in declino, ministro dell'Economia.

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