giovedì 6 ottobre 2011

Intercettazioni, carcere per i giornalisti Il governo verso la fiducia sul ddl La Lega: il provvedimento rende il nostro paese normale

Protesta contro la legge bavaglio (foto Roberto Monaldo - LaPresse)

ROMA - Il Pdl si irrigidisce sul ddl intercettazioni e salta la mediazione con il Terzo polo. Il testo voluto dal governo prevede il divieto di pubblicazione fino all’udienza filtro e il carcere per i giornalisti. La relatrice Giulia Bongiorno si è dimessa in polemica con la maggioranza dopo il sì alla norma che rende impubblicabili gli "ascolti" fino al momento dell'udienza filtro, cioè fino a quando avvocati e magistrati selezionano le registrazioni essenziali per dimostrare la colpevolezza o l'innocenza escludendo le parti superflue. «Sulle intercettazioni è probabile che metteremo la fiducia»: lo ha detto stamattina Massimo Corsaro (Pdl) nel corso di Omnibus, su La7. «La posizione del Pd rispetto al ddl intercettazioni - ha proseguito Corsaro - è strabica e strumentale. In nessuna parte del provvedimento si parla, infatti, di blocco nei casi di mafia, terrorismo o situazioni di grave allarme sociale. Quel che si vuole - spiega - è eliminare la gogna mediatica come strumento di lotta politica». Si tratta, ricorda, di un «obiettivo condiviso dal centro-sinistra quando era al governo, tanto che lo inserì e lo votò nella versione del ddl Mastella. La verità è che, ancora una volta, in mancanza di valide e credibili argomentazioni politiche, il Pd spera di utilizzare le intercettazioni come scorciatoia per abbattere Berlusconi e il suo governo». Carcere per i giornalisti. Anche per chi pubblica le intercettazioni considerate irrilevanti scatterà il carcere fino a 3 anni. È quanto prevede un emendamento che ha ricevuto il parere favorevole del governo e che è stato approvato in Comitato dei Nove della Commissione Giustizia della Camera. L'emendamento, firmato da Manlio Contento, introduce nella norma del ddl intercettazioni che riforma l'art. 617 del Codice di procedura penale anche le intercettazioni cosiddette «irrilevanti». Nel testo, ora all'esame dell'Aula, si prevedeva già il carcere da 6 mesi a 3 anni per chiunque avesse pubblicato atti di cui era stata ordinata la distruzione o che dovevano essere espunti, o intercettazioni contenute nell'archivio segreto. Contento propone di inserire in questa previsione anche le intercettazioni considerate irrilevanti. Ma su questo l'opposizione ha già annunciato battaglia: «domani nella prossima riunione del Comitato dei Nove - avverte il capogruppo del Pd, Donatella Ferranti - presenterò un subemendamento per evitare che anche le intercettazioni irrilevanti rientrino nella fattispecie dell'articolo 617. Mi sembra assurdo che per loro sia prevista una condanna così dura».

Continua ...

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=165477&sez=HOME_INITALIA

Nessun commento:

Posta un commento