martedì 22 novembre 2011

La Svizzera umilia Comunione & Liberazione e Lega

Dopo le dimissioni di Silvio altro duro colpo per la “Lobby di Dio” in Canton Ticino, dove non paga neppure l’alleanza con la formazione anti italiani

Comunione e Liberazione viene sconfitta ancora una volta in Svizzera. Sergio Morisoli, l’esponente di spicco della lobby clericoconservatrice fondata da Don Giussani e diventata un impero economico con la fondazione della Compagnia delle Opere, è stato ancora una volta umiliato dall’elettorato ticinese. Dopo aver mancato l’approdo al governo cantonale nella primavera scorsa, il ciellino amico dei banchieri di Lugano è stato battuto anche nel ballottaggio per il Consiglio degli Stati, il Senato della Confederazione elvetica. Nonostante l’appoggio della Lega dei Ticinesi e della destra xenofoba, il ciellino Morisoli è arrivato solo quarto.

IL TRAVAGLIO DEI CIELLINI SVIZZERI– Comunione e Liberazione vive un momento di difficoltà politica. In Italia l’amico Silvio Berlusconi ha perso Palazzo Chigi, e il cosiddetto partito di Todi sembra più un nemico che un potenziale alleato per i ciellini schierati stabilmente a destra. Nella Svizzera italiana, dove la lobby ha molto potere anche se non paragonabile a quello che ha nella confinante Lombardia, l’elettorato però non gradisce chi sta con CL. Ad aprile il candidato della destra liberale, Sergio Morisoli, il più noto ciellino elvetico, era stato battuto per la carica di consigliere di Stato, l’equivalente di un nostro assessore regionale. Morisoli era arrivato solo terzo nella lista del Partiti liberale radicale, formazione moderata e borghese ma fermamente laica, con una storia ed un taglio culturale anticlericale. Morisoli era stato battuto dalla corrente radicale, e la sua rottura col partito, palesatasi durante la campagna elettorale, aveva portato alla sua rapida fuoriuscita dal gruppo PLR dell’assemblea ticinese. Troppo spostato a destra come personaggio, troppo legato ad una lobby che viene vista come il fumo negli occhi da una fetta significativa dell’elettorato ticinese, Morisoli pagava pure l’indebolimento del suo sponsor politico, Marina Masoni. Ex donna più potente della Svizzera italiana, la Masoni era la rappresentante dei poteri forti della Svizzera italiana, il mondo finanziario delle banche di Lugano da tempo alleate con la ricca Compagnia delle Opere, il braccio armato di CL. Comunione e Liberazione sperava con Morisoli di poter replicare l’espansione che ha avuto in Lombardia grazie a Roberto Formigoni. Niente da fare, ma la lobby di Dio non si è data per vinta, e il suo esponente ha deciso di correre per il Consiglio degli Stati, il Senato della Svizzera. Morisoli era diventato indipendente dopo la batosta delle cantonali, e grazie a questa sua nuova verginità politica la destra svizzera, che in Ticino è rappresentata da Lega e Udc, ha puntato su di lui per conseguire la prestigiosa poltrona di rappresentante del Cantone a Berna.

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