martedì 15 novembre 2011

Multe, indagini e perquisizioni Il momento nero di Deutsche Bank

Il colosso bancario tedesco dovrà pagare 145 milioni di dollari alle autorità di controllo dei mercati finanziari Usa. Il ceo Josef Ackermann è sospettato di aver testimoniato il falso nel processo sulla bancarotta di Leo Kirch

dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
  • BERLINO – Gravi problemi su due fronti per Deutsche Bank, il maggiore istituto di credito tedesco. La Banca è stata condannata dalle autorità americane a pagare una multa di 145 milioni di dollari, perché riconosciuta colpevole di aver condotto troppe operazioni a cuor leggero con titoli a rischio nel periodo precedente e attorno alla crisi finanziaria-economica del 2008-2009. E intanto il suo ceo uscente, lo svizzero Josef ‘Joe’ Ackermann, finora considerato l’uomo più potente e influente nell’economia tedesca e un ascoltato consigliere ufficioso della cancelliera Angela Merkel, ha dovuto rinunciare a passare (alla prevista, imminente scadenza del mandato) alla guida del Consiglio di sorveglianza. Motivo: è indagato dalla magistratura per sospetto di falsa testimonianza in relazione alle vicende giudiziarie che hanno opposto anni fa Deutsche Bank a Leo Kirch, il magnate dei media tedeschi recentemente scomparso. Sul fronte Usa, il pagamento (pari a 106 milioni di euro), è stato concordato con la National credit union administration, l’autorità di regolamento e controllo dei mercati finanziari, e risparmia a Deutsche Bank ulteriori guai. Anche un altro istituto, Citigroup, allora concorrente di Deutsche sul mercato nordamericano, si è dovuto impegnare a pagare, per circa di 20,5 milioni di dollari. Entrambe le banche sono state chiamate in causa per aver minimizzato i rischi di titoli immobiliari, i cosiddetti mortgage-backedsecurities, e di aver in tal modo peggiorato la crisi prima e dopo il fallimento di Lehman Brothers, a danno sia dei loro clienti sia dell’economia. In Germania, la situazione non è migliore. Ieri gli inquirenti hanno perquisito gli uffici di Ackermann ai piani alti delle nere torri gemelle, la sede centrale di Deutsche Bank a Francoforte. Il sospetto è che Ackermann, e forse anche il suo predecessore Rolf Breuer, abbiano mentito in tribunale al processo sulla bancarotta del gruppo Kirch, evidentemente per proteggere la banca dalle conseguenze del fallimento del big player mediatico. I cui legali accusarono la banca di aver provocato la bancarotta del gruppo, persino con dichiarazioni pubbliche nelle quali avanzavano il sospetto di insolvenza di Leo Kirch. La conseguenza è stata immediata: Ackermann, che dopo l’imminente fine del suo mandato sperava nel consueto coronamento della carriera passando a guidare lo Aufsichtsrat, cioè il consiglio di sorveglianza, dovrà cedere il passo a qualcun altro. Con ogni probabilità, a Paul Achleitner, ex dirigente di Goldman Sachs e responsabile finanziario di Allianz.

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