Nuove norme, contentute nella legge di stabilità approvato sabato, alza i minimi degli studenti per ogni sede scolastica. Colpite 300 licei e istituti tecnici, soprattutto al Sud. Quasi 900 direttori saranno in comproprietàdi CORRADO ZUNINO
ROMA - Con la legge di stabilità licenziata sabato scorso dalla Camera, sono arrivati gli ultimi tagli alla scuola. Il ministro dimissionario Giulio Tremonti ha ottenuto, senza più alcun argine in viale Trastevere visto che Mariastella Gelmini ha iniziato a inscatolare le sue cose e sta salutando i dirigenti dell'Istruzione, la soppressione di 297 presidenze e uffici amministrativi all'interno di altrettanti istituti superiori. Gli istituti non arrivano a 400 studenti a testa, e questa è la soglia di sopravvivenza visto che sono abbarbicati in zone montane, insediati nelle isole, costruiti in aree a specificità linguistica. Dalla stagione 2012-2013 in 297 perderanno i dirigenti, resteranno le sedi.
I vecchi parametri sono saltati, finora le scuole dovevano avere tra un minimo di trecento studenti e un massimo di cinquecento. Il nuovo range sale: tra 400 e 600 per restare in vita. La gran parte delle istituzioni scolastiche vittime dei tagli orizzontali tremontiani si trova al Sud: sono 140, escluse le isole. In Calabria ci sono 47 siti a perdere, in Campania 32. La Sicilia perde dirigenze e autonomia in 32 scuole, la Sardegna in 35. Quarantasei istituti sono nelle regioni centrali, 48 al Nord.
Per poter continuare a funzionare queste scuole dovranno accorparsi e raggiungere le dimensioni minime. In un calcolo di "Tuttoscuola", i quasi trecento istituti dovrebbero diventare cento. Così, dopo aver toccato l'estate scorsa le scuole del primo ciclo (materne, elementari e medie non potranno scendere sotto i mille alunni, cinquecento se operano nelle isole e in comunità montane), ora il ridimensionamento tocca le superiori.
In questo percorso di risparmi la legge di stabilità ha previsto, a cascata, che 887 direttori dei servizi generali e amministrativi dalla stagione 2012-2013 saranno in comproprietà, come da alcune stagioni accade ai presidi. Dirigeranno scuole diverse, non più una soltanto.
Con o senza la Gelmini, la riforma della rete scolastica procede e, in parallelo, va avanti il dimagrimento dell'organico centrale. Sul territorio gli uffici dell'amministrazione scolastica, chiamati a governare un sistema mastodontico, sono ridotti ai minimi termini. In dieci anni i dirigenti tecnici (ex ispettori) sono diventati 300. Ci sono 500 docenti e dirigenti impropriamente distaccati per riempire i vuoti che si aprono ogni settimana.
Ora la legge di stabilità chiede una nuova riduzione (il 40% su 500 unità) del personale docente e dirigente comandato negli uffici dell'amministrazione scolastica.
Nessun commento:
Posta un commento